Comunicato stampa della segreteria piacentina di italia dei Valori
La crisi del centro-destra e le conseguenti prospettive delle forze politiche in campo stanno monopolizzando nelle ultime settimane l’attenzione dei mass-media facendo così passare in secondo piano provvedimenti e decisioni governative meritevoli di ben altra rilevanza. Tra le tante, quanto volevamo portare all’attenzione dei lettori riguarda l’ennesima presa in giro subita dalla categoria dei pendolari. Non bastava infatti la scure rappresentata dalla manovra del Ministro Tremonti che taglierà nei prossimi due anni milioni e milioni di euro al trasporto pubblico locale.
Nel caso oggetto dell’intervento partiamo da quanto avvenuto in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati nel maggio di quest’anno dove, su proposta di 31 onorevoli dell’opposizione, era stata presa la decisione di stanziare 300 milioni di euro l’anno per 15 anni - a partire dal 2011 - per far si che Ferrovie dello Stato spa potessero acquistare nuovi treni dedicati al trasporto di passeggeri.
La notizia del progressivo riammodernamento del parco mezzi a disposizione non poteva che portare una boccata d’ossigeno e soprattutto un po’ di fiducia e speranza a chi ogni giorno s’imbatte in una piccola odissea per raggiungere il luogo di lavoro. Inoltre l’impegno prevedeva la costituzione di un Fondo per il rinnovo del materiale rotabile in capo al Ministerodelle Infrastrutture ed ogni anno, coinvolgendo la Conferenza Stato-Regioni, sarebbero giunte le decisioni di spesa per i nuovi treni.
La somma totale dell’investimento corrispondente a 4,5 miliardi di euro si sarebbe dovuta reperire tramite un aumento di 10 euro ogni mille litri delle aliquote di accisa, ovvero 10 euro per mille chili qualora si tratti di aliquota di accisa su gas di petroli o liquefatti usati come carburanti. Nonostante la bontà della proposta, tutto si è arenato in Commissione Bilancio causa stralcio della stessa. Perciò constatiamo l’ennesimo schiaffo ai pendolari, categoria costantemente bistrattata e presa in giro con, da ultimo, l’aumento tariffario dei biglietti senza un benché minimo miglioramento delle condizioni del servizio. L’Italia dei Valori ritiene tutto ciò inaccettabile; non è possibile essere vicino ad una categoria solamente a parole ignorando costantemente le richieste pervenute.
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