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Allarme scuola, il Pd: "Provincia inerte". La replica di Paparo

Emergenza scuola, il Partito Democratico di Piacenza si mobilita dopo il grido d'allarme lanciato dai sindacati del settore, e accusa la Provincia: "Non sta esercitando il ruolo che le spetta, difendendo gli interessi delle nostre famiglie". Lo hanno sostenuto nel corso di una conferenza stampa nella sede del Pd, il segretario provinciale Vittorio Silva, il consigliere regionale Marco Carini e il responsabile del Forum scuola Giancarlo Sacchi. "C'è grande preoccupazione per gli effetti - ha detto Silva - della legge Gelmini sul nostro territorio, si va verso un ulteriore ridimensionamento degli organici, il prossimo anno ben 250 persone perderanno il lavoro nella scuola piacentina, è come chiudere una fabbrica". "Chiediamo - ha aggiunto - che si convochi un consiglio provinciale adhoc per affrontare il tema anche perchè l'amministrazione di via Garibaldi non sta esercitando alcun ruolo, e nel silenzio si concorre a lasciar passare questa politica che ha ripercussioni pesanti sul nostro sistema educativo". Carini ha parlato delle azioni promosse in Regione, a partire da una risoluzione presentata il 3 maggio scorso a Bologna, per "scongiurare la lenta trasformazione della scuola in un contenitore di disagio sociale". Infine Sacchi ha spiegato le tre direttrici della politica del Pd sul tema scuola: "Chiediamo che i tagli non siano lineari, ma differenziati sulla base delle esigenze locali, una riorganizzazione delle competenze territoriali con la piena attuazione della riforma del Titolo Quinto, e una riorganizzazione della spesa e del reperimento delle risorse".

“Il Pd afferma cose che non corrispondono a realtà: sono infatti agli atti tutte le iniziative che abbiamo promosso, condividendo le nostre posizioni anche con la stessa Regione Emilia Romagna. Sarebbe opportuno evitare polemiche a fini propagandistici”. Lo precisa l'assessore provinciale Andrea Paparo, rispondendo alle critiche mosse oggi dal Partito Democratico alla Provincia, accusata di essere “inerte” nell'affrontare le questioni che interessano il sistema scolastico.

 

 
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