Continua il nostro viaggio nel "tempio" del porno made in Piacenza, il cinema Roma. Come è cambiato il mondo della pornografia negli ultimi 20 anni? Tantissimo e la pellicola non è certo più il supporto primario per fruire del genere. Ma il Roma sta tentando di reinventarsi.
A proposito dei generi sotto generi proposti in visione, si scopre che vige una sorta di censura: “I film che proponiamo sono al 90% di produzione italiana - spiega uno dei gestori, Leonardi - e vengono selezionati dai distributori regionali: niente robe strane qui, niente sadomaso, niente porcherie con gli animali, proponiamo un porno classico, anche se un tempo ricordo che passammo –La signora dei cavalli- un film con Cicciolina”, conclude sornione Leonardi
In un momento di pausa, Javier, uno dei giovani tuttofare del cinema assieme al connazionale ecuadoriano e “butta dentro” Ruben, mi confida che Leonardi oltre a essere il co-proprietario dell’unico cinema per adulti della città è stato in passato anche proprietario di altre sale (il mitico Apollo), e che ha anche un secondo lavoro come rappresentante d’azienda.
Francesco Leonardi ricorda anche una Piacenza in cui il cinema Roma non era l’unica sala a offrire pellicole a luci rosse: ”Negli anni 80, occasionalmente nel periodo estivo, venivano proiettati film porno nelle sale del centro: l’Iris, il Politeama, quasi tutti i cinema lo facevano e non c’era nessun clamore”. Ma non si sbilancia però in facili interpretazioni sui cambiamenti del costume nazionale: ”Non sono certo un sociologo del porno”, dice schermito. Ed è proprio lo spirito di tutta la conversazione, dare all’esterno un’idea di “normalità” del suo lavoro ma soprattutto non dare troppo nell’occhio: ”Come gestore tengo molto alla discrezione, al buon gusto ma più di ogni altra cosa non voglio offendere la sensibilità altrui, per quello che esibiamo solo parzialmente anche le locandine dei film in visione davanti al teatro”. E infatti spunta solo mezzo seno nascosto fra le diciture a caratteri cubitali: vietato ai minori di 18 anni.
Ma fra l’offerta internet, i DVD e prima la televisione e il VHS, la sorte del cinema Roma rimane appesa a un filo: “Il primo colpo duro fu quello inferto dalla televisione commerciale che verso la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 cominciò a trasmettere film a luci rosse integrali, poi tagliati, ma non è nulla in confronto ad adesso e alla concorrenza, spesso sleale, di internet e della televisione a pagamento”, spiega Leonardi per poi lanciarsi in una delle rare interpretazioni del “suo” mondo: ”Prima dell’avvento delle tecnologie, negli anni ‘70 e ‘80, c’era un pubblico occasionale molto più ampio e eterogeneo, esattamente quello che adesso troveresti davanti allo schermo del computer”.
Una vita nel porno malgré soi, quella di Francesco Leonardi, che confessa con lucidità verso la fine della discussione: ”Noi sopravviviamo, abbiamo in mente con i soci di trasformare il locale in qualche cosa di diverso. In realtà è il destino comune delle monosale in questi anni difficili: essere fagocitati dai multisala o reinventarsi”, privando così la città di un pezzo di storia .
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