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Il giorno di Francesca Comencini al Bobbio Fest

E’ Comencini-day al Festival del Cinema di Bobbio
Seconda giornata del Festival del Cinema di Bobbio dedicata a una delle dinastie del cinema italiano: i Comencini.  Padre e figlia infatti sono stati al centro della giornata cinematografica.  Francesca Comencini ha partecipato all’evento presentando il suo acclamato “Lo spazio bianco”, già in nomination per la migliore regia agli ultimi “Nastri d’argento”, nonché il documentario d’epoca del padre Luigi Comencini “Educati e gentili”, ricerca sociologico-audiovisiva sul mondo dell’infanzia, proiettato al cinema “Le Grazie” prima dell’inaugurazione della mostra fotografica “Liberi tutti” dedicata al padre e allestita presso il chiostro di San Colombano dalla Cineteca Italiana fondata dallo stesso Luigi Comencini, cinefilo prima che regista.
Una Francesca Comencini molto a suo agio per i vicoli del borgo medievale bobbiense  e rilassata durante la conferenza stampa in cui ha parlato del padre sia come persona che come regista e ricercatore sociale per il suo impegno nel favorire una comprensione più ampia dell’infanzia. “Mio padre ambiva a raccontare il mondo dei bambini in modo concreto e poetico, il suo approccio era sempre paritario” dice la regista.  La proiezione del documentario “Educati e gentili” (introdotto dal critico cinematografico Gianni Canova), dimostra la concreta delicatezza del regista nell’entrare in punta di piedi nel mondo dell’infanzia, trasmettendo fiducia al giovanissimo interlocutore e cogliendone la sincera vitalità.  Il regista realizzò questo filmato nel 1970 nel quadro di un ciclo di trasmissioni dal titolo “I bambini e noi” (prodotto e mandato in onda dalla RAI).  Si tratta di un originale docu-viaggio per la Penisola in cui le realtà affrontate venivano filtrate attraverso le pupille dei bimbi: “Mio padre cercava empatia, e trovava una relazione proiettiva con i piccoli che intervistava, metteva sempre in gioco la sua soggettività.  Questi documentari sono preziosi perché raccontano un’altra Italia; adesso questo tipo di prodotto, che all’epoca la RAI trasmetteva in prime-time verrebbe relegato su canali minori e in orari impossibili”.  Il confronto generazionale e la passione per l’infanzia, temi ricorrenti delle opere di Luigi Comencini, sono riscontrabili anche nella bella mostra fotografica “Liberi tutti” (allusione all’approccio quasi libertario del regista nei confronti dell’infanzia) che esibisce uno sguardo molto intimo del regista attraverso scatti del suo lavoro sul set e del suo feeling con i piccini.  Un feeling che sarebbe probabilmente messo a dura prova in questi tempi moderni se Luigi Comencini fosse ancora attivo nel campo della sua peculiare ricerca sociologica:”Tutto è cambiato: non so cosa penserebbe mio padre dell’infanzia di oggi, di sicuro vivrebbe male questa Italia”, ammette Francesca Comencini, mentre sul cinema indipendente e engagé italiano dichiara:”Fare qualcosa di diverso in Italia è difficile, ma le persone valide ci sono.  Bisognerebbe rompere un duopolio produttivo per offrire al pubblico più diversità”.  Come dire: va bene Vanzina, ma senza esagerare.
Gli appuntamenti del Festival del Cinema di Bobbio continuano oggi con la proiezione di “Good morning Aman” e l’incontro successivo con il regista Claudio Noce e l’affascinante co-protagonista Anita Caprioli.
 

 
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