Comunicato stampa congiunto Foti - Polledri
«Sulle aree militari c’eravamo al momento delle critiche al protocollo Forcieri, ci siamo ora, che il piano è stato inoltrato al ministero e che il comune ha accolto le nostre osservazioni, e ci saremo in futuro. Ora è necessario allargare il tavolo alle categorie economiche (qualcuno ha già proposto di accorpare le aree verdi) e garantire il massimo coinvolgimento». Lo ha detto questa mattina il deputato leghista Massimo Polledri nel corso della conferenza stampa convocata nella sede leghista di via Trieste a pochi giorni dall’invio alla Difesa del progetto sulle dismissioni elaborato da palazzo Mercanti, ma condiviso anche dal centrodestra. Il collega Tommaso Foti (Pdl) – anch’egli relatore in conferenza – non ha esitato a giudicare la partita «la più grande operazione di recupero storico-culturale degli ultimi due secoli» e ha precisato che «l’apporto dei parlamentari è stato molto significativo, fin dall’inizio».
A questo proposito Polledri ha ricordato che «il progetto Forcieri peccava di mancanza di realismo: 5mila insediamenti per anno erano impensabili. Oggi si parla di duemila abitanti teorici insediabili nel nuovo comparto nel complesso, un numero ampiamente ridimensionato». Foti si è premurato di disinnescare le polemiche: «Mi sento di respingere tutte le accuse di chi contesta un’eccessiva cementificazione. Il verde aumenterà notevolmente, parliamo di 380mila metri quadrati su 740mila totali. Percentuali che, se fossero applicate all’interà città, ne farebbero un giardino fiorito».
Polledri ha precisato che, contestualmente all’operazione sulle aree militari, «ci sarà anche da elaborare la proposta per il federalismo demaniale». «Un quadro che, nel suo complesso – ha aggiunto Foti – ridisegnerà il volto della città, contribuendo a riqualificare aree, come la stazione, oggi ricettacolo di malviventi». Appuntamento a settembre. «Ministero e Stato maggiore dell’esercito – è stato fatto notare – devono avere il tempo di vagliare la proposta».
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