«Un’iniziativa che esprime una civiltà straordinaria, tutta italiana». Così la parlamentare azzurra Fiamma Nirenstein, vicepresidente della commissione Affari esteri della Camera, giornalista e firma autorevole di politica internazionale, ha definito il maxievento che andrà in scena in serata a Castellarquato per esprimere solidarietà a Gilad Shalit, il soldato israeliano preso in ostaggio da Hamas il 25 giugno del 2006 e non ancora liberato.
L’iniziativa, promossa dal deputato leghista Massimo Polledri, partirà alle 21 dalla piazza del municipio arquatese e prevede, in apertura, un collegamento telefonico con i familiari del giovane catturato, l’intervento delle istituzioni – tra cui un rappresentante dell’ambasciata israeliana – che lanceranno la musica di Miriam Meghnagi, l’artista internazionale che sta investendo energie e voce nella causa di Gilad.
A seguire i municipi che finora hanno aderito – oltre al comune sede dell’evento, Bobbio e Ziano – spegneranno simbolicamente le luci in segno di vicinanza al caporale israeliano. «Oltre ad essere città d’arte, città del vino, centro del circuito dei castelli del ducato, siamo città della pace – ha sottolineato il sindaco di Castellarquato, Ivano Rocchetta – per noi è un orgoglio poter abbracciare la causa di Gilad». «La vicenda di questo giovane israeliano – ha aggiunto Marco Rossi, il primo cittadino di Bobbio – ci riporta a quella dei nostri due compaesani, Angelo Falcone e Simone Nobili, segregati ingiustamente in India per tre anni. Paesi diversi, con problemi diversi, che però ci spronano a combattere per far valere una causa di tutti: i diritti umani».
«È importante – ha sottolineato Polledri – che ci sia il massimo coinvolgimento delle istituzioni, chiamate ad aderire. Hamas è il peggior nemico degli stessi palestinesi, insieme all’Iran. Non sono cause lontane da noi, Piacenza può e deve dare il proprio contributo a un vasto progetto di pace. Gilad potrebbe essere uno dei tanti giovani che vediamo passeggiare allegramente per le nostre strade. E noi vogliamo che i figli che oggi sono in guerra possano tornare nelle loro case».
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