Pubblichiamo l'intervento di Generazioneitalia in merito alla vicenda che vede coinvolto l'ex presidente di Tempi ed ex segretario del Pd Paolo Botti.
Rispetto e buon senso. Questo è quello che serve per risolvere la questione riguardante l'iscrizione nel registro degli indagati di Paolo Botti, ex sindacalista e noto esponente del Partito Democratico nonché attuale (ancora?) presidente del cda di Tempi spa. Noi di GenerazioneItalia non vogliamo certo sostituirci ai giudici legittimamente investiti della vicenda, ma piuttosto chiedere che vengano fatte, in forza di un certo buon senso e rispetto, determinate scelte. In questo senso le dimissioni a termine annunciate da Botti suonano – prendendo a prestito le parole dell’on. Foti – come una vera presa in giro.
Il tema della società municipalizzate, ovvero quelle a partecipazione pubblica, è già di per sè un tema fastidioso. Spesso e volentieri rappresentano una moneta di scambio politico, con la conseguenza che le cariche vengono determinate non sulla base dell'esperienza e delle competenze tecniche ma in base al colore politico.
Nulla di scandaloso, chiariamoci, è normale che in una società a partecipazione pubblica come Tempi (60% Comune e 40% Provincia) le cariche vengano decise dai relativi organi politici. In certi casi particolarmente delicati il criterio di scelta non dovrebbe però limitarsi a quello dell’appartenenza politica. Sarebbe infatti auspicabile che venissero individuate persone con particolari competenze professionali: manager, avvocati, commercialisti o amministratori pubblici.
Detto questo è comprensibile come GenerazioneItalia Placentia fosse (seppur parzialmente) soddisfatta della presunta nomina dell'ingegnere Carlo Merli (professionista con comprovata esperienza professionale). Peccato che leggendo i giornali del 11 luglio si possa apprendere come si sia trattato di mero gossip.
A render la questione ulteriormente spinosa e fastidiosa contribuisce il fatto che il noto esponente del PD non abbia ancora rassegnato le dimissioni dal ruolo di Presidente del Cda nonostante l'iscrizione nel registro degli indagati. Farsi da parte sarebbe un atto di grande responsabilità e buon gusto soprattutto se si tiene presente che la società in questione, Tempi, ha un bilancio costantemente in rosso (speriamo non per l’attaccamento a tale colore da parte dell'indagato).
Il nostro auspicio è che l'esponente della sinistra piacentina risulti, una volta terminate le indagini, innocente, ma che trovi intanto il tempo di rassegnare (definitivamente e senza ripensamenti) le dimissioni. I gravi indizi di colpevolezza nei riguardi di Botti non possono comunque essere ignorati, e bene ha fatto il presidente Trespidi a richiedergli con insistenza quell’atto di responsabilità che gioverebbe tanto alla comunità. Ci auguriamo inoltre che il Comune e la Provincia riescano ad individuare il giusto sostituto: una persona capace, onesta e magari finalmente anche di centro-destra.
Fabio Callegari, Segretario di GenerazioneItalia Placentia