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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Ex Enel, ok del consiglio comunale al recupero con la nuova palestra

Ok del consiglio comunale di Piacenza (coi voti del solo centrosinistra) al piano di recupero dell’ex scuola Enel. Il vicesindaco Francesco Cacciatore ha illustrato le variazioni progettuali e le caratteristiche della principale novità introdotta, la realizzazione di una nuova palestra al servizio delle scuole della zona (in particolare il liceo “Gioia” e il “Romagnosi”).  La palestra di 16,5 metri per 15 verrà costruita al posto dei 50 parcheggi pubblici previsti in un primo tempo. La struttura avrà un’altezza di 5,80 metri con servizi annessi (spogliatoi e bagni) dislocati fra piano terra e piano interrato, senza alterare i volumi già preventivati nel progetto complessivo. La realizzazione della palestra era stata sollecitata da un ordine del giorno approvato all'unanimità dal consiglio comunale di Piacenza nei mesi passati.

Cacciatore ha ripercorso le caratteristiche principali del piano: la ristrutturazione edilizia dell’ex Enel comporta un decremento del volume con la realizzazione di 29 unità residenziali,  11 uffici, 110 posti auto. Il vicesindaco ha poi illustrato le controdeduzioni del Comune rispetto alle osservazioni formulate dalla Provincia: in particolare ha specificato che il piano non infrange il limite della capacità insediative in centro storico secondo il piano regolatore vigente.

Giacomo Vaciago è tornato ad attaccare a testa bassa il provvedimento: ha richiamato il concetto di illegalità diffusa come la vera "emergenza del nostro paese", ha ribadito le accuse relative all’incremento di valore raggiunto in pochi mesi dall’immobile “di valenza pubblica” della scuola ex Enel, e si è chiesto se Piacenza sia primogenita del malaffare. L'ex sindaco ha contestato il mancato rispetto dei limiti di capacità insediativa concessi dal Prg vigente per il centro storico ammonendo i colleghi a non votare una pratica definita "illegale".  Vaciago ha rievocato anche la vicenda del primo concorso annullato per il Palazzo Unico degli Uffici comunali, riferendo di un incontro tra il commissiario della giuria Cibic (poi sollevato dall'incarico) e il concorrente che poi avrebbe vinto "per prendere visione del progetto e poterlo riconoscere alla successiva apertura delle buste".

 
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