Dalla Terrasanta arriva la sesta puntata del nostro giornalista Francesco Ballocchi, in viaggio con la comitiva della Diocesi di Piacenza guidata dal vescovo Gianni Ambrosio. Ecco il suo diario.
Giornata intensa quella odierna, interamente dedicata alla visita di Gerusalemme ripercorrendo, idealmente e fisicamente, alcuni dei luoghi legati agli ultimi momenti della vita di Cristo.
Lasciato l’albergo ci siamo addentrati, oltrepassando l’imponente cinta muraria voluta da Solimano il Magnifico e risalente al 1540, all’interno della città vecchia in direzione del Muro del Pianto, al quale siamo giunti dopo aver superato un posto di controllo. Le misure di sicurezza sono alte e non è difficile scorgere diversi soldati armati. Prima di sostare di fronte al muro il gruppo si è diviso: uomini e donne infatti sono separati ed hanno due ingressi distinti. Nello spazio antistante decine di persone sostano negli atteggiamenti più diversi, chi prega silenziosamente, chi ripone bigliettini con intenzioni di preghiera nelle scanalature della roccia, chi declama canti, il tutto in mezzo a turisti e pellegrini. Di fianco al muro un’entrata porta all’interno di un ulteriore ambiente, lungo e stretto, con una biblioteca, in cui è possibile raccogliersi in preghiera o nella lettura.
Poco distante dal muro si trova la cosiddetta spianata del tempio dove troneggia la moschea di El-Aqsa, ma soprattutto la cupola della roccia che domina il paesaggio. Per arrivarci occorre passare un altro posto di blocco ed anche su questa zona vigilano diversi soldati. La moschea e la sua cupola dorata (costata all’incirca 500 milioni di dollari), catturano immediatamente l’attenzione del visitatore. Purtroppo non ci è permessa l’entrata e dobbiamo accontentarci di ammirarla dall’esterno.
Usciti dalla città vecchia attraverso la “porta dei leoni”, riprendiamo il bus in direzione, l’orto degli ulivi, dove Gesù si raccolse in preghiera prima di essere catturato e messo a morte. Il giardino, che un simpatico frate francescano di origine spagnola ci ha permesso di visitare, è di piccole dimensioni. Al suo interno diverse piante di ulivo, alcune di loro risalenti all’epoca di Cristo. A pochi metri dal giardino si trova la Chiesa dell’Agonia, edificata sopra la roccia, che ora si trova davanti all’altare, sulla quale secondo la tradizione Gesù si piegò mentre era in preghiera. Qui il vescovo Gianni ha presieduto la celebrazione eucaristica. A pochi passi dall’orto degli ulivi abbiamo inoltre potuto visitare la grotta nella quale Cristo si trovava al momento della sua cattura.
Il ricordo delle ultime ore di Gesù ci ha guidato anche nelle visite pomeridiane, a partire da quella al cenacolo, il luogo dove venne consumata l’ultima cena. La sala, da sempre protetta e custodita nel corso dei secoli è posta al secondo piano di un complesso nel quale è custodita anche la tomba di Davide.
Ultima tappa della giornata la chiesa di San Pietro in Gallicantu, che ricorda l’episodio, narrato dai Vangeli, del rinnegamento di Pietro al canto del gallo.. La chiesa sorge di fianco ai resti di quella che doveva essere la fattoria del sommo sacerdote, dove Cristo venne portato per essere interrogato. Nei sotterranei sono ancora presenti e visitabili le celle dei prigionieri e dei condannati a morte.
La nostra visita in Terra Santa volge ormai al termine. Domani è infatti l’ultimo giorno prima del nostro rientro in Italia.