L'Emilia Romagna, che nel 2009 era tra le realtà che avevano fatto registrare risultati tra i meno negativi su scala nazionale in termini di export, ha aperto il 2010 con un calo delle esportazioni superiore alla media distrettuale nazionale: -6,4% contro il 0,7% dell'intero sistema Italia. E' quanto emerge dall'aggiornamento trimestrale del monitor dei distretti industriali dell'Emilia. Tra i dati spicca quello negativo di Piacenza ed in particolare nel distretto delle macchine utensili, con un calo delle esportazioni del 35,8 %.
Secondo le elaborazioni del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo per Carisbo e Cariromagna, la regione appare condizionata soprattutto dalla sua specializzazione produttiva pronunciata nella meccanica. In questa fase l'eccesso di capacità inutilizzata presente a livello internazionale sta frenando le vendite estere delle macchine per l'imballaggio di Bologna e delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia. Al contempo, però, rispetto all'ultimo trimestre 2009, in cui si erano osservate performance positive in tre dei quattordici distretti monitorati, il 2010 si è aperto con sette distretti su quattordici che hanno mostrato una crescita dell'export: oltre ai mobili imbottiti di Forlì (+15,4%), l'alimentare (+31,9%) e la food machinery di Parma (+12,6%), sono tornati a crescere gli scambi dei distretti delle calzature di Fusignano (+16,8%), delle macchine per il legno di Rimini (+8,5%), dell'abbigliamento di Rimini (+19,1%) e delle piastrelle di Sassuolo (+1,7%), dato quest'ultimo di particolare rilevanza poiché il distretto, primo per volumi di esportazioni in regione, ha finalmente fatto registrare, dopo mesi, segnali positivi grazie alla domanda proveniente da Stati Uniti e Germania. Si ridimensiona sensibilmente anche il ritmo di caduta degli scambi nei distretti delle calzature di San Mauro Pascoli (-22,6%) e delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-21%) che comunque continuano a far registrare pesanti contrazioni.
Si osservano cali pesanti, seppure in attenuazione, anche nei distretti dell'abbigliamento di Carpi (-29,9%), dei ciclomotori di Bologna (-28,9%) e delle macchine utensili di Piacenza (-35,8%), mentre sono state decisamente più contenute le contrazioni nei distretti delle macchine da imballaggio di Bologna (-5,2%) e nel biomedicale di Mirandola (-1,4%), che aveva già mostrato una maggiore tenuta nel corso del 2009 grazie ad una domanda meno ciclica. Nel complesso, il quadro che emerge è quello di un sistema distrettuale che sta cercando lentamente di recuperare il terreno perso dopo essere stato pesantemente colpito dalla crisi economica.