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Polledri presenta oggi la mozione contro l'ex ministro Livia Turco

Sarà presentata oggi alle 12, nella sala conferenze stampa di Montecitorio, la mozione che vede come primi firmatari gli onorevoli Massimo Polledri, Luca Volontè, Raffaello Vignali, Domenico Di Virgilio e Barbara Saltamartini contro le nuove linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, proposte dal ministro della Salute del precedente governo, Livia Turco.

È quanto annuncia il deputato della Lega Nord Polledri secondo il quale "la mozione tende a rimettere nel giusto contesto le sane origini della legge 40 del 2004". Tre, rileva il parlamentare del Carroccio, sono i principali problemi sollevati dal nuovo provvedimento attuativo della legge 40: "in primo luogo, si pone chiaramente il problema della legittimità politica dell'adozione, da parte di un ministro di un governo ormai dimissionario", di un provvedimento "che chiaramente fuoriesce dal disbrigo degli affari correnti, incidendo su questioni etiche estremamente complesse che richiederebbero un procedimento di analisi più approfondito, trasparente e tendenzialmente condiviso". In secondo luogo "e' evidente l'esistenza di un contrasto tra i contenuti delle linee guida e lo spirito, nonché la stessa lettera, della legge n. 40, specie laddove, all'articolo 13, vieta esplicitamente ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero gli interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell'embrione o del gamete ovvero a predeterminarne caratteristiche genetiche".

È peraltro evidente, sottolinea ancora Polledri, per noi sottoscrittori della mozione "che il divieto della diagnosi preimpianto si ricava, più in generale, anche da altri articoli della legge n. 40, tra cui, in primo luogo, il riconoscimento del diritto di tutti i soggetti coinvolti, ivi compreso il concepito". Inoltre, un terzo problema che le linee guida sollevano, afferma ancora Massimo Polledri, "e' quello della sostanziale violazione del risultato del referendum popolare celebratosi il 12-13 giugno 2005".

 
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