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Ricerca, da settembre nel vivo l'attivita' dei Tecnopoli

Ricerca, entro settembre al lavoro 742 ricercatori. Entra nel vivo l’attività dei Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. 

Bologna – In occasione del Comitato di sorveglianza del Programma Por-Feser 2007-2013 dell’Unione Europea partono gli incontri – da luglio a settembre - dell’assessore regionale alla Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli nelle strutture di ricerca emiliano-romagnole e le sottoscrizioni delle Convenzioni locali che regolano l’attuazione dei Tecnopoli e della rete dei laboratori associati.

Con la firma delle Convenzioni entrano nella fase operativa le attività dei tecnopoli e della Rete della ricerca in Emilia-Romagna. Nei laboratori, entro settembre saranno già al lavoro 742 ricercatori, di cui 288 giovani dedicati a specifici programmi di ricerca suddivisi nelle sei piattaforme tematiche (Agroalimentare, Costruzioni, Energia Ambiente, Ict e Design, Meccanica dei materiali, Scienze della Vita). Entro l’anno, invece, saranno in tutto 1800 i ricercatori in attività, dei quali 540 con nuovi contratti o assegni di ricerca.

Con il programma dei Tecnopoli viene sancito l’impegno delle Università, degli Enti di ricerca e delle imprese presenti sul territorio regionale per promuovere l’economia dell’innovazione e della conoscenza e l’evoluzione dei sistemi produttivi verso l’alta tecnologia. “Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici”, è infatti la prospettiva strategica alla base degli interventi della Regione.

“E’ il segno dell’azione politica di una Regione che non si limita ad affrontare e amministrare l’emergenza. C’è la crisi e siamo tuttora in mezzo al guado, ma proprio per questo siamo al lavoro per mettere ogni sforzo nel preparare il futuro. La nostra visione è quella di un’Emilia-Romagna capace di produrre idee e trasformarle in progetti e in prodotti”, ha sottolineato l’Assessore alle Attività Produttive, Gian Carlo Muzzarelli.

Il programma dei tecnopoli, in attuazione dell’Asse 1 del Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013, per un investimento complessivo di 246 milioni di euro (142 milioni le risorse pubbliche provenienti sia dai Fondi europei sia dalle risorse regionali, a cofinanziamento dell’impegno delle Università, degli Enti di ricerca e degli Enti locali che si sono impegnati a sostenere, nei rispettivi territori), è sostenuto da un accordo quadro tra la Regione, le Università e gli Enti di ricerca, che ha definito gli impegni e il nuovo schema di governance, basato sul lavoro in rete, sullo sviluppo di strumenti per la condivisione e la promozione di competenze e attrezzature scientifiche, e sul coinvolgimento delle imprese.

“Questo, ha commentato Muzzarelli, a conferma che l’obiettivo del progetto è quello di assicurare, anche a medio e lungo termine, un concreto ed efficace beneficio per il sistema produttivo emiliano-romagnolo, contribuendo con la ricerca, l’innovazione, il trasferimento tecnologico ad assicurare più competitività e più chance nel mercato globale. Consideriamo fondamentale un’interazione continua e produttiva tra il mondo della ricerca ed il sistema delle imprese”.

Sono 10 i tecnopoli previsti sul territorio regionale, nei quali si insedieranno i Laboratori di ricerca industriale, i Centri per l’innovazione, gli incubatori per le nuove imprese tecnologiche, strutture per il trasferimento tecnologico, sedi di ricerca delle imprese.

Le istituzioni scientifiche coinvolte sono l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Ferrara, l’Università di Parma, le sedi di Piacenza del Politecnico e della Cattolica di Milano, il CNR, l’ENEA, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e altri organismi di ricerca. E poi per gli Enti locali, in particolare le Province, i Comuni capoluogo e i Comuni che ospiteranno laboratori e infrastrutture della rete.

Particolarmente significative le ricadute occupazionali del progetto Tecnopoli: i ricercatori coinvolti nel programma in modo permanente saranno circa 1.800, di cui 540 con nuovi contratti o assegni di ricerca e il resto rappresentato dai ricercatori e professori già presenti nelle Università e negli Enti di ricerca, che si troveranno ad operare in un network a forte valenza strategica per il sistema produttivo e in rete con altre importanti strutture di ricerca a livello internazionale. Sono infatti 45 le strutture di ricerca (di cui 34 finanziate con fondi Por Fesr) e i centri per l’Innovazione, che danno vita a 66 unità operative della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, tutte con configurazione autonoma dal punto di vista giuridico-organizzativo e scientifico, collegate tra loro in rete attraverso il lavoro di coordinamento svolto da ASTER, nell’ambito delle Piattaforme Tematiche.

Importanti le ricadute, ovviamente, per le imprese e le principali filiere produttive della regione, che già in questi anni hanno sviluppato importanti progetti di ricerca industriale con le Università ed Enti di Ricerca, grazie alle attività del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT), e che potranno godere, con la nuova programmazione, della messa a disposizione, di un significativo bacino di competenze tecnico-scientifiche e di qualificate strutture e strumentazioni.

L'attività dei tecnopoli si inserisce nella più ampia attività promossa dalla Regione Emilia Romagna in attuazione del Por-Feser 2007-2013, che si compone di quattro assi di attività-ricerca, innovazione, energia, beni ambientali e culturali- e che vede già attivi 1100 progetti per le imprese, l'individuazione delle trenta aree ecologicamente attrezzate e 38 progetti in campo ambientale e culturale. Rispetto ai 347 milioni di euro, la Regione Emilia Romagna ha già assunto impegni contabili per 130,8 milioni e impegni vincolanti per 293,6 milioni, ed ha rispettato tutti gli impegni relativi alle certificazioni si spesa previste. 
 

 
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