Vittorio Silva è stato proclamato segretario provinciale del Pd da Silvio Bisotti, presidente dell'assemblea tenutasi in mattinata a Piacenza Expo. Dall'assemblea è stata approvata la composizione della nuova direzione provinciale (in allegato a fondo pagina), mentre nei prossimi giorni Silva definirà il nuovo esecutivo.
Il primo intervento della mattinata è stato quello del neosegretario Vittorio Silva che ha parlato dei congressi appena conclusi, ma anche della necessità di aprire una pagina nuova, quella dell’organizzazione del partito e della proposta. Non è mancato un affondo politico al centrodestra in Provincia (“immobile”) e un appello a Paolo Botti, dopo le vicende giudiziarie che l’hanno coinvolto, perché si dimetta da Tempi (“i processi non si fanno sui giornali, ma dobbiamo essere al di sopra di ogni sospetto”). “Ho incontrato un partito vivo in questa tornata di congressi - ha esordito Silva - una forza organizzata e robusta sul territorio. Il partito dei “nativi” del Pd si sta rafforzando e sta mettendo le radici: a partire dal dato positivo delle recenti regionali, a Piacenza possiamo lavorare per farlo crescere. Un partito che deve imparare a comunicare di più le cose positive che fa: con la giornata di oggi si apre una pagina nuova che siamo chiamati a scrivere tutti insieme. Non la scrive da solo il segretario: l’obiettivo è dare risposte adeguate alle sfide che abbiamo davanti che riguardano tutti, senza distinzioni tra maggioranza e minoranza. La prima sfida è quella dell’unità, è la domanda che viene dai nostri militanti. Non basterà un semplice patto di non belligeranza: i dirigenti del Pd per primi investano sul nostro partito per far prevalere il senso del noi sull’individualismo. La sfida dell’unità comincia dalla definizione dei nuovi organismi dirigenti e per la prospettiva unitaria è positiva una sola candidatura per il ruolo di segretario cittadino. Le seconda sfida è il confronto con il centrodestra piacentino in una fase decisiva: il centrodestra ha un disegno chiaro, si sentono già in campagna elettorale e ambiscono a conquistare la guida del capoluogo, collocando il centrosinistra piacentino in una condizione di marginalità politica con uno scenario “lombardo”. C’è una larga parte del mondo economico che scommette sulla vittoria del centrodestra e che quindi ha già scelto su chi puntare. Lo si vede anche dagli atteggiamenti della stampa. A noi spetta il compito di creare un’alternativa credibile, una prospettiva di sviluppo diversa, sulle politiche del territorio, nei servizi sociali (contro la strategia delle “mance”), nel rapporto tra istituzioni e iniziativa privata (la sussidiarietà lombarda contro l’integrazione pubblico/privato di stampo emiliano). Per contrastare questo disegno occorre il nostro impegno su tre livelli: far emergere le incoerenze del centrodestra piacentino rispetto alle politiche del governo nazionale (enti locali condannati all’immobilismo dalla politica economica nazionale), perché è in atto lo scontro tra Lega Nord e Pdl per l’egemonia. Dobbiamo costruire una politica di opposizione in Provincia per denunciare l’immobilismo dell’attuale giunta Trespidi. La seconda azione da fare è quella di proporre una prospettiva credibile di sviluppo del nostro territorio: welfare, sostenibilità ambientale, scuola e formazione, modernizzazione e semplificazione della pubblica amministrazione sono le parole chiave. Dobbiamo infine attrezzare il partito per lavorare sul territorio: dandoci i nostri organismi come la direzione , l’esecutivo e gruppi di lavoro tematici. Attrezzarci per fare una comunicazione efficace con un ufficio specifico. E’ necessario poi fare formazione dei propri dirigenti e riattivare la consulta degli amministratori: infine mettere in piedi una rete tra il nostro consigliere regionale, gli assessori regionali, i parlamentari con gli amministratori locali. E’ fondamentale riaprire i canali del dialogo con il nostro territorio: nelle prossime settimane incontrerò con l’esecutivo le principali realtà della nostra economia di Piacenza, per presentarci e ascoltare. Con l’obiettivo di costruire nella prossima primavera una convenzione tematica”. Infine sul caso Botti: “Le vicende per le quali siamo stati sui giornali negli ultimi giorni richiedono una presa di posizione chiara: siamo davanti a una vicenda difficile, non siamo giustizialisti e forcaioli, quindi esiste la presunzione di innocenza e non è giusto che i processi si celebrino sui giornali: so il male che fa. Al contempo dico che il Pd deve dimostrare sempre una particolare sensibilità nell’evitare che anche una piccola ombra offuschi chi ricopre ruoli di responsabilità, dobbiamo essere sempre al di sopra di ogni sospetto: quando viene messa in discussione la nostra immagine e la nostra tradizione, allora bisogna farsi da parte senza esitare neppure un secondo. Da Paolo Botti mi aspetto e mi aspettavo le dimissioni, e gli chiedo di fare un passo indietro”.
Disponibilità alla collaborazione da parte di Pierangelo Romersi, l’antagonista di Silva sconfitto, ma anche la rivendicazione di un risultato di consenso insperato alla vigiilia “ Questo 41 % - ha detto il capogruppo in consiglio comunale - non era preventivabile all’inizio. Ho conquistato circa 100 voti in più rispetto al risultato della mozione Franceschini dell’anno scorso. Sono perciò riuscito ad allargare la base del mio consenso. Ora spetta a Vittorio Silva la responsabilità di dirigere il partito, da oggi noi lo aiuteremo, da oggi si va nella stessa direzione con l’obiettivo comune di far vincere il partito nei prossimi impegni elettorali. Sono convinto che potremo fare tanta strada insieme se saremo interpreti dei bisogni e delle opportunità della nostra terra. Il Pd sia un partito plurale e democratico nelle scelte. Sulla politica attuata dalla Provincia: più opposizione ma anche più controproposte è la ricetta per contrastare il centrodestra. Mi sono candidato per tenere unito il partito, spero che la credibilità e la coerenza mi vengano riconosciute”.
A metà dei lavori l’atteso discorso del segretario nazionale Pierluigi Bersani “Occorre trovare una coesione che ci faccia sentire tutti dello stesso partito, ad esempio io sono “moderatamente” bersaniano”. Ha esordito sul filo dell’ironia il segretario nazionale del Pd.” A Piacenza non è mai facile prevalere, è possibile vincere quando riusciamo a coniugare le nostre tradizioni popolari, il civismo e un po’di freschezza politica, un po’ di “movida”. Se non concediamo troppo alla pigrizia e se usiamo la testa per contrastare al meglio la destra. Un segretario nuovo e un gruppo dirigente nuovo hanno davanti l’esigenza quella di tenere un doppio passo: quello veloce per intervenire sul contingente e quello dell’alpino per completare la costruzione del Pd; finiremo la strada quando il partito sarà fatto di nativi del Pd: mescolando le culture, e le componenti saranno degli ingredienti”. Pesante l’attacco alla Lega Nord: “Sta lì il punto di sutura dell’alleanza che ci governa. A Bossi l’ho detto: “Più che contro Roma ladrona, dovete inveire contro i 4 ladroni di Roma e quello che hanno combinato intorno alla protezione civile. La Lega ha approvato tutti i provvedimenti di questo governo contro gli enti locali, la piccola impresa, il territorio”. “Dobbiamo trasformare la rabbia e la frustrazione in energia positiva, con indignazione ma anche proposta. Questo è il nostro compito: abbiamo più forza di quel che pensiamo di avere, dobbiamo essere più forti delle nostre debolezze”.