COLDIRETTI PIACENZA: MIGLIORANO LE PROSPETTIVE PER IL LATTE INDUSTRIALE
Ma a Piacenza negli ultimi dieci anni si è dimezzato il numero delle stalle (-50%)
“Il positivo andamento del mercato dei formaggi di riferimento per il latte, Grana Padano e Parmigiano reggiano, è un segnale importante per una revisione in aumento del prezzo del latte.”
Lo sottolinea il direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano, in vista dell’apertura delle trattative in Lombardia, mercato di riferimento anche per la nostra provincia. Il 30 giugno infatti scadrà l’accordo siglato da Coldiretti e dalle altre associazioni di categoria con Assolatte per un prezzo alla stalla di 33,156 centesimi al litro. Grazie al cambiamento delle condizioni commerciali, ci sono i presupposti per migliorare la situazione per le aziende agricole, senza ripercussioni sulle tasche dei consumatori.
“Per consentire agli allevatori di uscire dalla pesante crisi, sottolinea Albano, causata da un prezzo del latte che risale ai valori di dieci anni fa e che a Piacenza, dal 1999 ad oggi, ha determinato la chiusura di 1 stalla su 2, sono necessarie condizioni di stabilità che non possono prescindere dall’indicazione obbligatoria dell’origine.
Nonostante la Commissione Europea abbia nei mesi scorsi respinto la proposta di decreto ministeriale di Luca Zaia che disciplina l'etichettatura del latte, Coldiretti continuerà in questa direzione. L’esperienza ci insegna che le giuste battaglie per la trasparenza richiedono anni per essere vinte, ma alla fine anche in Europa dovrà prevalere l’interesse dei cittadini rispetto a quello di quanti vogliono continuare a fare affari vendendo come italiano quello che non è.”
In una situazione in cui tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono “spacciati” come Italiani, ma contengono latte proveniente da mucche straniere è evidente la necessità di stringere le maglie della legislazione per rendere piu’ agevoli i controlli e togliere spazio alle frodi e agli inganni. Dalle frontiere italiane sono passati in un anno ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori.
“Ed è proprio per un’esigenza di certezza dell’origine e sicurezza alimentare, ribadisce il direttore Albano, che negli ultimi anni ha avuto una notevole diffusione la vendita diretta di latte crudo attraverso i distributori di latte che in Italia sono saliti a 1200, (a Piacenza quelli targati Coldiretti sono 18); una opportunità, quella offerta dai bancolat che consente di risparmiare oltre il 30 per cento rispetto al normale prezzo di vendita ma anche di tutelarsi dai rischi del latte proveniente dall'estero. Si tratta del frutto di un interesse comune di allevatori e consumatori a ridurre le intermediazioni, combattere le speculazioni e garantire una remunerazione adeguata agli allevatori con prezzi convenienti per i consumatori.”
Giova inoltre richiamare l'attenzione su alcuni temi di carattere generale: la sicurezza alimentare garantita dal corretto funzionamento di una sistema di tutela che muove dalla regolare applicazione di stringenti normative igienico-sanitarie, dalla rintracciabilità dei prodotti grazie ai registri tenuti da tutti gli operatori della filiera, e viene presidiato dalle autorità competenti al controllo pubblico su scala locale, nazionale, europea.
“In maniera coerente e trasparente, conclude Albano, ci siamo posti l’obiettivo di cercare di superare il clima di demagogia che si stava diffondendo, consapevoli che in Italia aiuteremo le nostre stalle solo se avremo una etichetta chiara e trasparente rispetto al’origine.”
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