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Delitto e castigo: si parla di carcere allo Spazio4 |
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Delitto e castigo ieri sera allo Spazio 4 durante il dibattito “Carcere: reinserimento sociale o annullamento dell’individuo” promosso dall’Associazione culturale Kilausa, tema della serata all’interno di un ciclo più ampio di discussioni dal titolo “Avere vent’anni”.Ospiti della serata: l’esperto di tematiche carcerarie Brunello Bonocore e il rappresentante della cooperativa Futura (attiva nel reinserimento degli ex-detenuti) Piero Bertolazzi, con un passato di militanza nei gruppi della lotta armata. Il dibattito, durato oltre due ore, ha preso in esame la preoccupante situazione delle carceri italiane, inidonee a contenere tutti i reclusi, la vita in prigione e il reinserimento post-pena. Ed è proprio sul reinserimento che gli ospiti hanno espresso tutte le loro perplessità. Un reinserimento infatti che sembra essere per la maggior parte degli ex detenuti una chimera, perché come dice Bertolazzi “nessuno ti da un lavoro se sei stato dentro”. In questa difficoltà oggettiva, secondo gli ospiti, risiede la maggior ingiustizia della detenzione, ovvero non solo il carcere non è uno strumento sociale riabilitativo (“è un tritacarne, un posto in cui la gente viene massacrata”, secondo Bertolazzi) ma è un marchio indelebile sulla pelle dell’ex-detenuto che cerca un impiego. I presenti hanno ricordato anche la triste condizione del nostro carcere cittadino, ovvero una struttura capace di “accogliere” al massimo 198 persone ma che in realtà ne annovera oltre 400 e in cui i nuovi reati di clandestinità non potranno che aggravare la situazione. Uno stato di cose che inevitabilmente si ripercuote sulla vita dei carcerati (già 29 i suicidi dall’inizio dell’anno nelle prigioni statali) e che obbliga le istituzioni a ripensare le strutture detentive. Il ciclo di incontri dedicato alle tematiche del carcere e delle ingiustizie ad esso collegato prosegue giovedì 24 giugno con il dibattito “Morire di controllo sociale: devianza ed usi incongrui delle polizie”. A discuterne Checchino Antonini di Liberazione e Lino Aldrovandi, padre di Federico ucciso durante un controllo della polizia nel 2005 a Ferrara.
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