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Unifer, 35 in cassa integrazione. Polledri: "Presto un'interrogazione"

«Il mercato langue. Qui sembra un gioco alle tribolazioni. E di mezzo c’è il blocco delle opere pubbliche e la contrazione della domanda nel settore delle costruzioni. Gli effetti? Calano i prezzi  ma non quelli della materia prima. Come se non bastasse le nuove “Normative tecniche per le costruzioni”  sono evidentemente discriminatorie  e avvantaggiano i colossi dell’acciaieria a caldo». È la fotografia della crisi del settore della produzione dell’acciaio per cemento armato laminato a freddo nelle parole di Giorgio Orlandini, segretario di Asso.tra.fil.reti, associazione di produttori di filo, reti e tralicci in acciaio a freddo di tipo “B450A” con aziende associate su tutto il territorio italiano, una forza lavorativa (tra dipendenti e indotto) di circa 1.200 persone, per una produzione di circa 800mila tonnellate di lega. Nel piacentino aderisce al sodalizio l’Unifer di Villanova, al centro di una recente visita del deputato leghista Massimo Polledri, del sindaco Fausto Giuseppe Maffini e dell’assessore Paolo Ramelli. Al parlamentare del Carroccio e agli amministratori Orlandini e il presidente dell’azienda, Mario Ferrari, hanno dettagliato le criticità del settore.

«Da due anni a questa parte – ha spiegato Orlandini – le Norme Tecniche per le Costruzioni impongono l’utilizzo dell’acciaio B450C, l’acciaio a caldo. Così, le realtà che producono il B450A, altrimenti detto “a freddo”, sono penalizzate, nonostante ci siano studi che evidenziano la sicurezza di entrambi gli utilizzi». Orlandini cita il caso di un recente studio dei professori universitari: Crescentino Bosco (Politecnico di Torino - dipartimento di Ingengeria Strutturale), Franco Braga (Ordinario di tecnica delle costruzioni - Università "La Sapienza Roma), Walter Salvatore (Docente di Strutture Sismiche - Università di Pisa) e Giuseppe Mancini (Ordinario di Tecnica delle Costruzioni Politecnico di Torino). In un gruppo di lavoro dedicato i quattro cattedratici hanno parificato le prestazioni dei due tipi di acciaio quanto a sicurezza nell’impiego in edilizia.

 Per vederci chiaro Polledri ha annunciato, a breve, un’interrogazione sul tema. «In gioco – ha detto – ci sono 92 lavoratori, 35 già in cassa integrazione, solo sul nostro territorio. In tutto il Paese parliamo di un migliaio di dipendenti».
«Dall’entrata in vigore della legge – ha spiegato il presidente di Unifer, Ferrari – la produzione si è ridotta del 30 per cento come volumi di tonnellate, per scendere ulteriormente al 50 per cento di fatturato».

«Non possiamo permettere che alla crisi si frappongano inutili ostacoli – hanno sottolineato Maffini e Ramelli –: Unifer è una risorsa per i cittadini, garantisce anche un importante indotto e i suoi imprenditori hanno sempre collaborato con enti pubblici, associazioni di volontariato e sportive, prodigandosi in sponsorizzazioni e beneficenza. Non è solo una battaglia di principio, ci sono decine di famiglie con il fiato sospeso».

 

 
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