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Freda e Muzzarelli: "No al nucleare a Caorso"

«Il nucleare a Caorso è un’idea bocciata dai cittadini e dalla logica. Pensare di ricreare una centrale nucleare in un territorio già duramente provato dalla precedente esperienza, e oggi oggetto di un costoso smantellamento già in fase avanzata, significa non tenere in considerazione né la salute e la sicurezza dei cittadini, né il benessere di Piacenza e della intera Emilia-Romagna».
E' questo quanto sottolineato, in una dichiarazione congiunta degli assessori regionali Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive e piano energetico) e Sabrina Freda (Ambiente) su nucleare e centale di Caorso (Piacenza).
Le notizie che leggiamo anche oggi sui quotidiani indicano chiaramente che il nucleare di questa generazione non dà le sufficienti garanzie di sicurezza. Per questo, rileviamo con preoccupazione - hanno aggiunto Muzzarelli e Freda -che chi, anche nei giorni scorsi, ha ipotizzato un ritorno del nucleare a Caorso abbia affrontato il tema con eccessiva leggerezza e senza i necessari approfondimenti, e tantomeno senza coinvolgere Regioni, enti locali, cittadini (con una centralizzazione delle decisioni e delle relative risorse). Ricordiamo anche che l’Assemblea Legislativa regionale ha ribadito, in una risoluzione approvata, “ll totale disaccordo e l’indisponibilità dell’Emilia-Romagna all’installazione e all’attivazione di centrali nucleari sul territorio regionale e alla riattivazione della centrale nucleare di Caorso”. Del resto, come assicurarne la sostenibilità dopo uno stop di un quarto di secolo, come risolvere il problema dello smaltimento e stoccaggio delle scorie, dove trovare le risorse per investimenti che si annuncerebbero molto onerosi, sono domande a cui nessuno ha sinora dato risposta, rifugiandosi al più dietro un generico e semplicistico “siamo favorevoli al nucleare. La Regione Emilia-Romagna - concludono - non accetta né accetterà soluzioni sulla pelle dei cittadini: il nostro non è un “no” ideologico al nucleare, ma la serietà e delicatezza del tema impongono particolare responsabilità».

BOIARDI (NUOVO ULIVO). Le dichiarazioni degli assessori regionali Freda e Muzzarelli sull'indisponibilità della regione Emilia Romagna ad ospitare sul proprio territorio, ed in particolare a Caorso, nuovi impianti nucleari ci confortano e rassicurano dopo le ultime esternazioni a Palazzo Gotico, in un incontro nel quale insieme a dichiarazioni di principio sull'innovazione e ricerca tecnologica viene riproposto un nucleare vecchio, obsoleto e che nessuno vuole più. Conforta anche il progetto di legge di iniziativa popolare sullo sviluppo delle energie rinnovabili depositato in Cassazione dal “Comitato Sì alle energie rinnovabili, No al nucleare”, firmato da 30 esponenti di forze politiche, dall'associazionismo e dall'ambientalismo italiano. E' un'idea questa che risponde all'esigenza di cambiare la politica energetica del nostro Paese, per attuare gli obiettivi europei di efficienza energetica e uso delle rinnovabili entro il 2020. Dentro la crisi economica e sociale attuale la prospettiva “strutturale” e “anticiclica” dell'economia verde rappresenta una strada obbligata come insegna l'esperienza della Germania che, solo sul fotovoltaico, ha generato negli ultimi anni circa 250mila posti di lavoro. I 30 miliardi di euro previsti per il programma nucleare italiano, se investiti in ricerca e innovazione nel campo delle rinnovabili darebbero sicuramente frutti superiori in termini economici e occupazionali.

 
Voci correlate:
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    Commenti:



    Un grazie sincero!
    amilcare stoppini
    09/06/2010  20.28


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