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Reggi al Forum Sole24Ore: "Contro la crisi strategie condivise"

“Per superare la crisi non ha alcuna utilità cercare capri espiatori cui addossare la colpa delle difficoltà attuali, ma servono strategie condivise che coinvolgano gli enti locali, le categorie economiche, i professionisti del settore e il sistema creditizio, per incentivare la ripresa degli investimenti dando priorità, in particolare, alle piccole e medie opere immediatamente cantierabili, di competenza dei Comuni”. Lo ha ribadito il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, vicepresidente Anci con delega alle Infrastrutture, al Forum “Edilizia e Territorio” promosso dal Sole24Ore, intervenendo al convegno “Quale exit strategy? Il rapporto fra edilizia e credito”.

“Occorrono – ha sottolineato Reggi – veri e propri patti territoriali per lo sviluppo, che vedano le istituzioni e le realtà produttive compatte nel chiedere l’allentamento dei vincoli imposti dalla manovra e dal patto di stabilità. Urge uno sforzo congiunto per rilanciare il dinamismo delle Amministrazioni cittadine, valorizzando gli enti virtuosi, la loro progettualità e capacità di spesa, seppure nell’ottica di una doverosa razionalizzazione per il contenimento del debito. Lo confermano i dati illustrati dal Cresme: fino a 2 anni fa i due terzi degli appalti edili veniva affidato dagli enti locali; una quota che oggi si è ridotta al 50% e che, guardando al futuro, rischia di scendere a un esiguo 20%, con evidenti e gravi ripercussioni sull’economia del settore. A cominciare dai ritardi nei pagamenti di imprese e fornitori da parte della pubblica amministrazione, che vedono il nostro Paese agli ultimi posti in Europa”. 

Reggi porta un esempio concreto: “I Comuni utilizzano un terzo della spesa corrente per coprire i costi del personale, un terzo per le attività ordinarie non derogabili dell’ente e la restante parte per garantire servizi alla persona, destinati peraltro a crescere in questa fase di crisi. I sindaci italiani – ha proseguito il primo cittadino di Piacenza – non pretendono certo la cancellazione del patto di stabilità, ma la revisione di regole che penalizzano in maniera indiscriminata tutti gli enti. Molti Comuni, pur disponendo di adeguate risorse finanziarie, si trovano oggi a fare i conti con una manovra dagli inevitabili effetti depressori, che riducendo le entrate costringerà le Amministrazioni a utilizzare gli oneri di urbanizzazione per compensare la spesa corrente, che non sempre può subire ulteriori compressioni. Ciò comprometterà, in maniera pesante, proprio quegli investimenti che potrebbero ridare fiato all’imprenditoria edile”.

“Per garantire pieno sostegno all’economia locale – conclude il vicepresidente Anci – diviene indispensabile attivare risorse private che possano alimentare gli interventi dell’imprenditoria edile, realizzando in ambito territoriale Fondi di risparmio che, secondo il meccanismo attivo a livello nazionale con le Sgr (finanziate in parte dalla Cassa Depositi e Prestiti e in parte da fondazioni, banche ed enti locali) consentano di valorizzare il patrimonio pubblico. Penso, in particolare, alle aree demaniali e militari che passeranno sotto l’egida delle Amministrazioni cittadine, ma anche agli interventi di ristrutturazione e messa a norma degli edifici scolastici. I Comuni, attraverso il conferimento dei beni in loro possesso a questi Fondi, possono ancora giocare un ruolo da protagonisti nel rilancio e nella crescita dei territori”.

 
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