Un taglio alla spesa del 7,3 % nel 2011 e del 9,5 % nel 2012. Sono gli effetti della stretta imposta al Comune di Piacenza dalla manovra finanziaria appena approvata dal governo. I calcoli effettuati dall'Ifel - la fondazione per la finanza locale dell'Anci (l'associazione dei comuni italiani) - e riportati oggi da "IlSole24Ore", indicano come si traducono sui conti dei 2mila e 300 comuni soggetti al patto di stabilità (come Piacenza) le misure economiche nazionali che ai sindaci impongono un "salasso" da 1,5 miliardi di euro nel prossimo anno e di 2,5 miliardi dal 2012, attraverso il taglio preventivo dei trasferimenti statali. Nella graduatoria stilata sul giornale economico, Piacenza si piazza al 25esimo posto nazionale per l'entità della "sforbiciata": il valore della manovra procapite per il 2011 vale 71 euro, mentre per il 2012 crescerà a 93 euro a testa. Il taglio più consistente si prospetta per i cugini di Parma con il 20,6 %, poi segue Torino (con il 17,3 %). In Emilia davanti a Piacenza ci sono Parma, Ravenna (taglio del 11%), Reggio Emilia (10,7%), Ferrara (7,1%).
Come precisa "IlSole", i tagli alla spesa imposti ai comuni sono "impliciti" ovvero obbligati perchè con le entrate zoppe (fisco locale bloccato fino a tutto il 2011, Ici in gran parte abolita e oneri di urbanizzazione condizionati dalla gelata del settore edile) i bilanci stanno in equilibrio solo con le strette sulle spese.
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