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Viabilita' della Bassa, Boiardi: "Dalla giunta Trespidi scelte di pessima politica"

Comunicato stampa a firma di Gianluigi Boiardi, consigliere provinciale Insieme per un nuovo Ulivo

La precedente amministrazione provinciale aveva trovato una soluzione per risolvere il grave problema della viabilità della Bassa piacentina, eliminando completamente il traffico pesante non locale e immettendolo sul sedime autostradale. La viabilità di queste aree, come noto, è infatti interessata da un flusso molto elevato di mezzi pesanti ed in particolare dal trasporto di materiali sabbiosi dall'insediamento di Polesine Parmense, dalle aziende del comparto produttivo di Villanova, dal trasporto di prodotti agricoli (pomodori, barbabietole), ecc.  Inoltre, le infrastrutture esistenti non sono assolutamente adeguate. Ne è prova il fatto che le strade riasfaltate non più tardi di tre anni fa, sono oggi completamente rovinate con avvallamenti pericolosi. Altrettanto pericolosa la viabilità nell'abitato di San Pietro in Cerro con curve di 90 gradi di raggio estremamente ridotto e con scarsissima visibilità. Due gli interventi che si erano programmati: la realizzazione della “testa” della Cispadana e un casello in località Fontanazza.

 TESTA DELLA CISPADANA - L'intervento prevedeva il prolungamento (per circa 1.700 metri) della Provinciale in località Guarinona di San Pietro in Cerro fino ad incrociare la ex ss.462 Fiorenzuola-Cremona. Alla società CentroPadane era stato affidato l'incarico per la realizzazione del progetto preliminare, inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche della Regione con relativo stanziamento. Incrociata la ex statale, il progetto prevedeva una rotatoria, con il rifacimento dell'incrocio estremamente pericoloso tra la stessa statale e la Provinciale Polignano-Caorso, e lo svincolo per la realizzazione del casello.

 
CASELLO DELLA FONTANAZZA - Anche quest'ultimo intervento era già stato deliberato dalla Società  CentroPadane in un'assemblea  dei soci nella quale era stata decisa la realizzazione di tre caselli nelle tre Province proprietarie della società: Brescia, Piacenza e Cremona. Sarebbe rimasto da realizzare un semplice raccordo che consentisse ai veicoli provenienti da Fiorenzuola (e ovviamente a quelli immessi nel casello della Fontanazza) di potersi dirigere verso Piacenza allo svincolo della Villa. E a quelli provenienti da Piacenza sulla A21 di dirigersi verso Fiorenzuola. Le due autostrade sarebbero state interconnesse e si sarebbe potuto interdire la viabilità locale al traffico pesante. Con queste soluzioni si sarebbe eliminato il traffico pesante dal centro di Cortemaggiore, San Pietro in Cerro, Polignano e Caorso (limitatamente al tratto della Provinciale), quello di Villanova con il previsto superamento della ferrovia e relativa variante, quello di San Giuliano Castelvetro (che avrebbe privilegiato il raggiungimento della 462) e quello proveniente dall'insediamento a sud di Cortemaggiore, dirottato verso la Barabasca. La soluzione della mia amministrazione aveva trovato l'accordo dei sindaci della Bassa. Sindaci che, ancora oggi, ricoprono quella carica, ad esclusione di San Pietro in Cerro che ha cambiato amministrazione. 

Al contrario, la soluzione proposta dall'amministrazione Trespidi non risolve le problematiche del traffico pesante della Bassa, comporta un consumo di territorio estremamente elevato con costi nettamente maggiori. Cosa che accade quando si preferisce privilegiare interessi di pochi rispetto all'interesse generale. Dubbio che sorge spontaneo anche per la nuova localizzazione del casello, previsto a meno di due chilometri da quello esistente e che, peraltro, viene comunque mantenuto. Sono scelte di pessima politica e di ancor peggiore amministrazione, tenendo conto che il traffico attualmente insistente su queste strade - e che aumenterà quando verranno attivati i nuovi comparti produttivi -  passa già molto più vicino alle abitazioni di coloro che si sono opposti a questa soluzione. 
Gianluigi Boiardi
Insieme per un nuovo Ulivo
 

 
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