"Se mancano le volontà degli Stati e leadership all'altezza, come quelle di Kohl e Delors, allora l'Europa facciamola dal basso, coinvolgendo i popoli con strumenti previsti dal trattato di Lisbona, come la petizione popolare". E' il pensiero di Gianni Pittella, vicepresidente italiano del Parlamento Europeo, oggi in Cattolica a Piacenza per una conferenza davanti agli studenti. Pittella ha preso spunto dal terremoto che ha investito l'euro nei giorni scorsi per sottlineare come sia più che mai necessario dotare le istituzioni continentali di una vera politica economica, che affianchi quella monetaria della banca centrale. "Dopo il grande risultato del trattato di Lisbona - ha spiegato - si è abbattuta sul continente una crisi finanziaria senza precedenti, frutto di una contraddizione irrisolta, la presenza di una moneta forte come l'euro senza uno Stato. Ora il rischio si chiama contagio e speculazione, all'emergenza si è data infatti una risposta parziale e tardiva soprattutto per colpa dei governi, in primis quello tedesco. Servono tuttavia altre misure urgenti: un supervisore europeo dei mercati finanziari, l'istituzione di un fondo monetario europeo, il lancio degli "eurobond" per creare un piccolo e salutare debito che finanzi la crescita e gli investimenti". "La situazione italiana - ha aggiunto - non è come quella greca, ma dobbiamo evitare assolutamente il default del paese ellenico per prevenire la formazione di due Europe, quella dei forti e quella dei deboli, sarebbe la fine del disegno di integrazione".
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