Aggiornamento - Si riunirà il prossimo martedì il tavolo provinciale per affrontare la crisi dello stabilimento Berni di Gragnanino. La comunicazione è arrivata oggi, durante il presidio dei lavoratori che hanno indetto sciopero in segno di protesta. I sindacati, rappresentati da Roberto Frigatti di Cisl e Renzo Scoglio di Cgil, hanno chiesto che anche la Regione Emilia Romagna possa prendere parte ai lavori. La mobilitazione, intanto, può dirsi riuscita: circa 70 i lavoratori che vi hanno preso parte, e tra questi rientrano anche i dipendenti in cassa integrazione. Al presidio hanno preso parte anche i consiglieri regionali neo eletti, Marco Carini (Pd) e Stefano Cavalli (Lega), il sindaco e il vice di Gragnano, Andrea Barocelli e Patrizia Calza, il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, gli assessori provinciali Andrea Paparo e Filippo Pozzi. Solidarietà e sostegno arrivano anche attraverso Facebook: il gruppo creato qualche giorno fa ha già superato i 150 iscritti http://www.facebook.com/group.php?gid=118526491515127.
"Noi chiediamo che lo stabilimento resti produttivo - spiegano i sindacati - e scongiurare così la chiusura prevista per dicembre. Auspichiamo anche l'arrivo di nuovi attori, imprenditori e aziende che possano consentire il proseguimento dell'attività".
“Esprimo la mia solidarietà ai lavoratori dello stabilimento della Berni Gragnanino; – ha detto al termine dell'incontro l'assessore Pozzi - l’eventuale ipotesi di chiusura dello stabilimento rappresenterebbe un ulteriore pezzo dell’industria agroalimentare piacentina che se ne va, seppure a pochi chilometri da noi. Ogni scelta che investa nella competitività dell’azienda in un momento di grande competizione sui mercati è legittima anche se l’auspicio è quello che venga ottemperata mantenendo i siti produttivi esistenti. Adesso ci vuole la predisposizione di tutti, a cominciare dalla Regione e dagli enti locali, a rendere proficuo il tavolo di confronto che inizia martedi prossimo coinvolgendo in questo percorso la stessa proprietà”.
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E' iniziato lo sciopero dei lavoratori della Berni di Gragnanino. Da stamattina davanti ai cancelli dello stabilimento è attivo un presidio: attesi i consiglieri regionali piacentini Marco Carini, Stefano Cavalli e Andrea Pollastri e i rappresentanti delle istituzioni, Provincia e Comune di Gragnano. La proprietà Copador, che detiene il marchio Berni, ha manifestato la volontà di chiudere la produzione dello stabilimento di Gragnanino alla fine del 2010, trasferendo i 57 addetti nell'altro centro di produzione di Collecchio.
Una giornata di sciopero dei lavoratori della Berni di Gragnanino. E' quanto è stato deciso al termine dell'assemblea dei dipendenti con i rappresentanti sindacali, indetta a valle del lungo confronto con la proprietà iniziato l'altra sera. Nel corso dell'incontro Copador, che detiene il marchio Berni, ha chiarito una volta per tutte la volontà di chiudere la produzione dello stabilimento di Gragnanino alla fine del 2010, trasferendo i 57 addetti nell'altro centro di produzione di Collecchio. Decisione alla quale i sindacati e i lavoratori si oppongono nell'intento di mantenere una dimensione produttiva anche in provincia di Piacenza. "Ora ci attendiamo - ha spiegato Roberto Frigatti della Cisl - che tutti facciano la loro parte, istituzioni e realtà produttive del territorio, per far cambiare idea alla proprietà e salvaguardare la produzione a Gragnanino. Per questo abbiamo indetto una prima giornata di sciopero per domani 13 maggio".
Il comunicato dei sindacati: SALVIAMO LA BERNI ALIMENTARE - DIFENDIAMO IL POSTO DI LAVORO
L’azienda nell’incontro di martedì 11 maggio ha ufficializzato la cessazione dell’attività produttiva nel sito di Gragnanino, entro la fine dell’anno.
Durante l’incontro abbiamo respinto tale decisione proponendo all’azienda di mantenere gli impegni presi, all’atto dell’acquisto nel gennaio 2009, per quanto riguarda gli investimenti promessi per il rilancio del sito produttivo, inoltre abbiamo proposto di attuare una sinergia produttiva tra i siti di Collecchio e di Gragnanino.
Non è accettabile la chiusura di un’importante e storica realtà produttiva del nostro territorio, con la perdita di 57 posti di lavoro.
Facciamo appello alle Istituzioni: Regione, Amministrazione Provinciale, Comune di Gragnano Trebbiense per essere a fianco dei lavoratori per la salvaguardia del posto di lavoro!!!
PER QUESTE RAGIONI ABBIAMO PROCLAMATO UNA PRIMA GIORNATA DI LOTTA, DICHIARANDO UNO SCIOPERO PER L’INTERA GIORNATA DI GIOVEDI’ 13 MAGGIO,
CON PRESIDIO DAVANTI ALL’AZIENDA.
FLAI CGIL – FAI CISL – La RSA
L'intervento dell'assessore Paparo
Sulla vicenda legata allo stabilimento Berni Alimentare S.p.A. di Gragnanino interviene l'Assessore provinciale al Lavoro Andrea Paparo con alcune considerazioni. “Prendiamo atto – rileva - dei recenti sviluppi. La preoccupazione che si aveva, di vario genere, sia a livello istituzionale che di opinione pubblica, ha trovato purtroppo riscontro. Data la delicatezza della situazione (di questa come di tante altre che vedono l’intervento della Provincia), riteniamo utile che sforzi e sollecitazioni di ognuno siano indirizzati ad obiettivi comuni e si muovano lungo un percorso coerente ed efficace.
La vicenda di Berni Alimentare S.p.A. si è sviluppata dal 2007, dopo la crisi di Berni S.p.A. - ammessa a Concordato preventivo- e di La Gragnanese S.R.L., dichiarata fallita. La nuova realtà imprenditoriale, nata, come si ricorderà, con un dibattito molto acceso e tra vive polemiche, è proseguita attraverso l’affitto dell’azienda e, infine, con la sua acquisizione piena e definitiva.
E’ a questo punto che cominciano a porsi i problemi della prospettiva futura e nascono le preoccupazioni sulla sopravvivenza dello stabilimento di Gragnanino in periodo di poco antecedente all'insediamento della nuova Amministrazione Provinciale. A parte l’assistenza e la consulenza della Provincia ai lavoratori coinvolti nelle varie fasi della vicenda, teniamo a ricordare il percorso che abbiamo cercato di delineare in questi mesi.
Sono stati attivati diversi contatti e fatti ripetuti incontri con tutte le parti in causa (Sindacati, Istituzioni locali, singoli lavoratori) per definire un quadro attendibile della situazione e raccogliere preoccupazioni ed esigenze. E' stato promosso un confronto con l’azienda per recepire programmi futuri, esito degli esercizi precedenti, problemi e difficoltà, in sostanza per verificare l’esistenza di una strategia di uscita e valutarne la realizzabilità.
Sbocco naturale di queste esplorazioni è stata la convocazione da parte della Provincia del “tavolo di crisi”, su richiesta sindacale. All’incontro hanno partecipato Sindacati, RSU, Azienda, Confindustria, Comune di Gragnano e altri esponenti politici ed istituzionali. Il confronto, purtroppo, non ha portato a garanzie soddisfacenti per lo stabilimento di Gragnanino.
Abbiamo ritenuto allora doveroso e coerente un ulteriore passaggio, quello del coinvolgimento diretto del Presidente della Regione Emilia – Romagna (appena ultimata la consultazione elettorale, per evitare che si pensasse a strumentalizzazioni), più volte intervenuta negli anni precedenti a sostegno dell’azienda.
Il Presidente della Provincia, con una nota formale al Presidente della Regione Emilia – Romagna, ha infatti chiesto l’apertura di un tavolo apposito di confronto su Berni Alimentare S.p.A. e sullo stabilimento del nostro territorio. Siamo in attesa di una risposta, ci auguriamo, nel più breve tempo possibile. Siamo certi che tutti gli intervenuti fino ad ora collaboreranno a questo obiettivo, ed in particolare si confida in coloro che ricoprono incarichi a livello regionale, per affrontare in modo chiaro e definitivo la situazione.
Anche le comprensibili preoccupazioni dei lavoratori che hanno portato allo stato d'agitazione devono rafforzare l'impegno di tutti a trovare la migliore soluzione. La Provincia di Piacenza non si sottrarrà al proprio ruolo. Non possiamo esimerci in fine – conclude l'Assessore - dal rimarcare che forse andrebbero cercate anche responsabilità a diversi livelli pregresse per scelte che oggi ci pongono di fronte ad una situazione difficile”.