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La Via degli Abati, un diario di viaggio - 1a tappa
  

In occasione della Abbots Way pubblichiamo il diario di viaggio di un lettore che ha percorso l'antica Via degli Abati, 125 km in 4 giorni di cammino.

 

Diario di viaggio  30 maggio-2 giugno 2009

 

Il percorso 

Si tratta dell’itinerario che i monaci dell’abbazia di Bobbio (PC) praticavano nei secoli VII-IX per recarsi a Roma. Il percorso è stato riscoperto dallo studioso Giovanni Magistretti sulla base di fonti e reperti storici nonché in base a considerazioni di tipo logistico. I punti di passaggio obbligati dovevano essere Boccolo dei Tassi (sede dell’ospizio di S.Pietro e di una cella monastica),  Gravago (sede di un monastero benedettino), Borgo Val Taro (dove il monastero di Bobbio possedeva un importante podere o curtis), il Passo del Borgallo (antica via altomedioevale) e Pontremoli (presenza di un antico monastero con annessa chiesa di S.Colombano). Risulta che anche i Longobardi, che promuovevano la diffusione e localizzazione dei monasteri a scopi strategici, utilizzassero questa via per i collegamenti tra la loro capitale Pavia e i porti toscani. Si tenga presente che il passo della Cisa, che allora era in territorio bizantino, era per loro non praticabile.  Il tracciato si snoda per circa 125 km da Bobbio a Pontremoli  per ricollegarsi con la Via Francigena  (segnali della Francigena si trovano già sul percorso nel territorio di Borgotaro). Attraversa  il territorio di sei comuni montani appartenenti a tre province (Piacenza, Parma e La Spezia) e si sviluppa lungo l’Appennino e percorre trasversalmente le valli del Trebbia, del Nure, del Ceno, del Taro e del Verde utilizzando strade forestali,  sentieri montani, anche alcuni tratti di strada asfaltata, all’interno di vasti boschi di castagni, di faggi, di conifere o su prati e crinali che si aprono a stupende visioni panoramiche. Sul percorso si incontrano anche diverse tracce di epoca medioevale: chiese, castelli, torri di avvistamento e di difesa. A parte i capoluoghi comunali, sono rari i centri abitati attraversati: piccoli agglomerati di case attorno alle antiche pievi, scarsamente popolati e privi di servizi. In particolare nel tratto spezzino-parmense mancano punti di ristoro, per cui è bene rifornirsi di scorte alimentari alla partenza della tappa. Il percorso è segnalato in modo abbastanza preciso (segnaletica curata  anche per l’annuale manifestazione podistica denominata “the abbots way”). In attesa del completamento della segnatura da parte del Cai, il riferimento distintivo della via è una freccia bianca preceduta da un punto bianco.

Le tappe

Compagno di viaggio è mio genero Paolo, che condivide con me il gusto del camminare. Siamo muniti di mappe e appunti di viaggio forniti dall’amico G.Magistretti, che ci ha seguito nel cammino quasi in diretta,  organizzandoci anche alcuni incontri all’arrivo di tappa. Intraprendiamo il percorso a ritroso, partendo da Pontremoli (approfittando della migliore  disposizione segnaletica), e prevedendo la distribuzione in 4 tappe. Camminiamo ogni giorno per circa 8/9 ore, concedendoci rare pause.

 

Prima Tappa: Pontremoli – Borgotaro (km 32)

 Arriviamo in treno a Pontremoli la sera prima per poter iniziare presto l’indomani il cammino. In piazza Duomo incontriamo l’incaricato comunale che ci fornisce le chiavi del castello di Piagnaro, che domina il borgo dalla collina. L’Amministrazione ha deciso di riservare alcune stanze del castello per l’ospitalità dei pellegrini. Bellissima e irripetibile la sensazione di essere almeno per una notte i castellari del borgo. L’indomani, dopo la colazione, usciamo –non senza qualche difficoltà- dalla città e ci incamminiamo verso Case Corvi. Al limitare del borgo attraversiamo un antico trivio coperto (Madone), già sede di un mercato rionale. La strada comincia a salire. Si arriva a Vignola, un paesino di poche case ristrutturate, su strade sterrate in mezzo a vasti e ombrosi boschi di castagno. Verso mezzogiorno (dopo 18 km) arriviamo a Cervara, un posto ideale per mangiare qualcosa. Purtroppo l’unico bar aperto (stile tugurio) offre solo patatine e gelati confezionati…Il cammino si fa duro anche per il caldo del pomeriggio. Arriviamo al torrente Verde, che si apre in un magnifico lago. Lentamente si sale verso il Passo del Borgallo (m. 1050); da qui inizia la discesa verso Valdena e il torrente Taro, segnalata anche con i simboli della via Francigena (che ci accompagneranno fino a Bardi).A Borgotaro prendiamo alloggio all’hotel Mistrello. Qui incontriamo l’assessore alla cultura della Comunità montana Luciano Allegri, che ci parla dei progetti per la valorizzazione degli antichi cammini e ci fa omaggio della carta dei sentieri del Borgo.

 
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