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Coldiretti:"Continua la battaglia per il latte italiano"

“Continueremo la battaglia per salvare il latte italiano”, con questa precisa affermazione il presidente della Coldiretti Luigi Bisi, commenta la decisione della Commissione Europea  sulla proposta di decreto ministeriale di Luca Zaia che disciplina l'etichettatura del latte.

“La decisione dell’Unione Europea non ci sorprende. L’esperienza ci insegna che le giuste battaglie per la trasparenza richiedono anni per essere vinte, ma alla fine anche in Europa dovrà prevalere l’interesse dei cittadini rispetto a quello di quanti vogliono continuare a fare affari vendendo come italiano quello che non è”.

In una situazione in cui tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro in vendita sugli scaffali sono “spacciati” come Italiani, ma contengono latte proveniente da mucche straniere, continueremo con decisione le azioni per la trasparenza a difesa degli allevamenti italiani e dei consumatori.

“Basti pensare, prosegue Bisi, che in Italia, nell’ultimo anno, sono passati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori.

Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. Colmare questo ritardo è una grande responsabilità nell'interesse degli imprenditori agricoli ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell'intero sistema Paese.”

Mentre in Italia la produzione lattiero casearia nazionale è giustamente impegnata su alti standard di qualità, che impongono costi maggiori e legittimano prezzi adeguati, dall’estero entra prodotto frutto delle più grossolane contraffazioni. Un fenomeno, che oggi sta mettendo in ginocchio i nostri produttori, e che riusciremo a debellare solamente con l’etichettatura obbligatoria.

“Da tutto questo emerge chiaramente, conclude Bisi, come la strada segnata dalla nostra Organizzazione  per recuperare valore all’impresa di allevamento tramite una filiera  tutta italiana e tutta agricola firmata dagli stessi allevatori, rimanga come l’unico percorso possibile per dare reddito alle imprese agricole, reddito che attualmente va in tasca ad altri attori della filiera. Non dimentichiamo, che negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa il 50 per cento della spesa, dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.”

L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione di provenienza      E quelli senza
Carne di pollo e derivati                        Pasta 
Carne bovina                                       Carne di maiale e salumi      
Frutta e verdura fresche                        Carne di coniglio     
Uova                                                   Frutta e verdura trasformata  
Miele                                                  Derivati del pomodoro diversi da passata      
Passata di pomodoro                           Formaggi      
Latte fresco                                         Derivati dei cereali (pane, pasta)    
Pesce                                                 Carne di pecora e agnello     
Extravergine di oliva         
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

 

 
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