A Monticello, in comune di Gazzola, è stato celebrato il 64° anniversario della battaglia che si svolse lì 16 aprile 1945 e nella quale i partigiani piacentini conseguirono una grande vittoria contro le forze nazifasciste.
La manifestazione, a ricordo dell’evento e dell’attualità dei valori per cui hanno combattuto gli aderenti al Corpo Volontari della Libertà, è iniziata sotto la bruma alle 10,30, con la deposizione e benedizione di una corono d’alloro al Monumento al Valoroso e agli altri caduti partigiani, collocato presso il castello di Monticello. Prenderà ha preso la parola il sindaco di Gazzola Luigi Francesconi, a cui è seguita l’orazione ufficiale del presidente provinciale dell’Anpi Mario Cravedi. La cerimonia si è conclusa con la consegna di una mediagli di benemerenza ai sei, fra i 32 difensori del castello, che sono ancora viventi.
Mentre ormai si annunciava la loro disfatta generale - che sarebbe avvenuta pochi giorni dopo, il 25 aprile - le milizie fasciste, assieme ad esponenti delle SS. tedesche, avevano messo in atto un’ultima offensiva contro i partigiani. Nella notte del 16 aprile, contando sulla sorpresa, in circa trecento circondarono ed attaccarono il presidio di 32 partigiani insediati nel castello di Monticello. Questi però reagirono prontamente con le armi e, appostati nel campanile e nelle torri del castello, riuscirono a tener testa fino al mattino all’intenso fuoco degli assedianti, che disponevano anche di potenti mitragliatrici e di mortai piazzati sul monte Pillerone. Ai 32 assediati arrivarono finalmente in aiuto da Monteventano, avvertiti dal fragore della battaglia, altri partigiani guidati dal Valoroso. Le milizie nazi-fasciste prese dal panico si diedero allora disordinatamente alla fuga, lasciando sul campo numerosi morti e feriti. La battaglia costò però cinque caduti anche ai partigiani: il giovane e intrepido comandante Lino Vescovi, il Valoroso, di Monticelli d’Ongina, e il comandante Gino Cerri, di Piacenza - alla memoria di entrambi venne conferita la medaglia d’argento al valore.- e altri tre combattenti, Carlo Ciceri di Castel S. Giovanni, Aldo Passerini di Rivergaro e “Nestore”, uno slavo di cui si conosce solo il nome di battaglia.
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