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Si apre domenica la pesca nei torrenti (cat. D)

APERTURA PESCA ZONA “D” 28/03/2010

Continua l'attività  dell'Amministrazione provinciale tesa a rimpinguare le popolazioni ittiche dei nostri corsi d'acqua con esemplari che si caratterizzino per la loro qualità e la loro capacità di adattarsi all'ambiente in cui vengono inseriti (esemplari “selvatici”, di difficile cattura).

I ripopolamenti in ZONA D (parte alta dei nostri torrenti) sono fatti con 1.560.000 avannotti nati presso gli incubatoi provinciali di Lugagnano (200.000) gestito dai volontari FIPSAS; Canadello (660.000) di cui 360.000 da riproduttori del Lago Moo, particolarmente pregiati perché adatti alle nostre acque, seminati in affluenti del Nure e dell’Aveto. I riproduttori sono tenuti in un allevamento presso la ditta “Foglio” in provincia di Trento. L’incubatoio è gestito in convenzione a Bobbio (400.000) e a  Ottone (300.000). Da quest’anno, grazie all’interessamento del Sindaco di Ottone, è stato infatti riaperto anche l’incubatoio sul Rio Ventra. A breve verranno immessi 5.000 temoli (cm. 12/15) in Trebbia e Aveto (ZONA D); 5 q.li di trote (cm. 18/22) in Trebbia (ZONA D).  Sono stati ripopolati i bacini delle dighe del Molato e di Mignano con q.li 10 di trote fario (cm. 27/30). A maggio sono previste 100.000 trotelle (cm. 4/6) per il ripopolamento delle aste principali di Arda, Tidone, Trebbia e Nure.

Alcuni di questi ripopolamenti vengono effettuati anche in funzione della riapertura, alle 6 di domenica prossima, 28 marzo, della pesca in acque di cat. D (la parte alta dei nostri torrenti), la pesca più amata dai circa settemila pescasportivi piacentini e dai numerosi appassionati che da fuori provincia vengono a pescare da noi perché le acque D sono l'habitat tipico delle prede più ambite, le trote.

“Come sempre – ricorda l'assessore provinciale Pozzi  - la politica di gestione del patrimonio ittico che la Provincia conduce viene concordata con tutte le categorie interessate. L'obiettivo è contemperare la necessità di mantenere vitali e in salute le popolazioni ittiche autoctone (quelle originarie dei nostri fiumi) con la giusta richiesta dei pescasportivi di poter esercitare  il loro sport in modo gratificante.  Rimane il nostro impegno  a eliminare dai nostri fiumi le specie ittiche non autoctone che mettono a repentaglio la fauna ittica originaria dei nostri fiumi”.  

Per la pesca in acque di categoria D sono innanzitutto necessari licenza e il tesserino di pesca controllata, rilasciati gratuitamente dai Comuni territorialmente interessati, anche attraverso le associazioni piscatorie.

È possibile utilizzare: una sola canna con o senza mulinello, con uno (esche naturali o artificiali) o tre ami (esche artificiali); o una canna con ancoretta ed esca artificiale. Vietato l'utilizzo di bigattini (larva  di mosca carnaria).

Il limite giornaliero per le trote è di 5 capi di lunghezza minima 25 cm, fatta eccezione per le quattro zone a regime speciale, da qualche anno istituite dalla Provincia nella zona D: in Trebbia, da Ponte Organasco a Rio Codogno, con obbligo di rilasciare il pesce catturato (un solo amo senza ardiglione e con esca a “coda di topo”); sempre in Trebbia, da Cisiano al ponte di Statto, con limite giornaliero di pesca di un solo esemplare e divieto di trattenere pesci di lunghezza inferiore ai 35 cm; ancora in Trebbia, da Berlina di Bobbio a Brugnello, dove è ammessa la cattura di un solo capo di misura non inferiore ai 35 cm; Aveto, al confine con la provincia di Genova, con divieto di pescare tremoli.

Limitazioni anche per altre specie: lasche, o stricc (misura limite 16 cm; divieto di pesca dall'1/5 al 30/6); cavedano (misura limite 20 cm; divieto di pesca dall'1/5 al 30/6); luccio (consentita la pesca di un solo capo al giorno con misura limite 80 cm; divieto di pesca dal 1\12 al 30\4), tinca (misura limite 40 cm; divieto di pesca dal 1/4 al 30/6); anguilla (misura limite 50 cm); divieto di pesca per quanto riguarda sanguinerola e barbo canino.

Immutati gli orari di pesca: fino al 30 aprile dalle 5 alle 19, in maggio dalle 4 alle 20, da giugno ad agosto dalle 4 alle 21, in settembre e in ottobre dalle 5 alle 19,  in novembre e in dicembre dalle 7 alle 18,  in gennaio  in febbraio dalle 7 alle 18 (l’orologio andrà spostato avanti di un’ora durante il periodo di ora legale).

Restano le stesse anche le zone di ripopolamento e frega, dove vige il divieto di pesca: in Trebbia, dal campeggio di Marsaglia alla confluenza con l’Aveto, nel torrente Bobbio dalla confluenza con il Trebbia al campo sportivo, nel torrente Curiasca di S. Michele dalla confluenza con il Trebbia al ponte della vecchia ss. 45, nel fosso est di Traschio dalla confluenza con il Trebbia al ponte romano, nel fosso Sambugeo dalla confluenza con il Trebbia alla strada per Gramizzola, nel rio Senga nei 500 metri a monte della confluenza con il Trebbia, nell’Aveto dal ponte di Ruffinati alla località Bosco Grande, nel Nure dalla confluenza con rio Camia a valle di Farini, sempre nel Nure da Farinotti a Casalcò, nel Lavaiana dalla confluenza con il Nure al ponte della strada per Cà Gregorio, nel torrente Croce Lobbia dalla confluenza con il Nure al ponte della strada tra Farini e Croce Lobbia, nel Rio dei Cavalli dalla confluenza con il Nure alla provinciale della val Nure, nel canale del Vescovo dalla confluenza con il Nure alla strada provinciale di val Nure.

È possibile trovare informazioni più dettagliate sulle regole sulla carta di regolamentazione della pesca prodotta dall'Amministrazione Provinciale, disponibile gratuitamente all'URPEL della Provincia (ingresso della sede di corso Garibaldi 50, a Piacenza).

Le acque di cat. D, ricordiamo, sono quelle a monte della linea che, escludendo il Lago del Molato (Trebecco), dal confine con Pavia passa per Roncaglie, Nibbiano, Pecorara, Piozzano, segue il Trebbia tra Travo e Perino, devia ad est, all’altezza di Perino, proseguendo verso Bettola, Guselli, Rustigazzo, Casali di Morfasso e Castelletto di Vernasca. La  zona C si estende dalla linea citata alla via Emilia, la B dalla via Emilia al Po, mentre la zona A coincide con il Po.

 
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