Seconda lettera di Aurelio Ferraguti, piacentino di Francia, ai lettori di PiacenzaSera.it. Un commento caldo caldo subito dopo la sconfitta dell'Ump del presidente Sarkozy alle consultazioni regionali.
ELEZIONI FRANCESI: LA RESA DEI CONTI
Come vi avevo promesso ritorno per la seconda e ultima volta a parlarvi delle elezioni regionali qui in Francia. Il secondo turno di ieri, infatti, ha ribadito la netta sconfitta delle liste che si richiamano al presidente Nicolas Sarkozy. Pensate l’UMP, il partito del presidente , è riuscito a vincere solamente in Alsazia, regione roccaforte dove peraltro il candidato della destra non è andato oltre il 46% dei voti, e nelle due isole d’oltremare, la Reunion e la Guyane, mentre in tutte le altre regioni della Francia più che di una sconfitta si puo’ parlare di una vera e propria debacle. La forze di sinistra, socialisti ed ecologisti raggiungono a livello nazionale il 54% dei voti contro il 36% delle liste presidenziali ed il 9% del Fronte nazionale di le Pen. Ma allora la stella del presidente Sarkozy è veramente sul viale del tramonto. La risposta che si legge oggi sui maggiori quotidiani d’oltralpe è contraddittoria. Certamente il presidente non potrà fare a meno di riflettere sulla sconfitta. Far finta che non sia successo nulla è la cosa peggiore che possa fare. Peraltro, ieri sera, nel commentare a caldo i risultati il numero due francese, il primo ministro Fillol, nell’ammettere la sconfitta, è parso veramemente preoccupato. Si parla di rimpasti a livello governativo, insomma una sorta di resa dei conti che, come avviene dopo ogni sconfitta, cercherà il capro espiatorio della disfatta. Certo la politica delle riforme che Sarkozy ha messo in cantiere per modernizzare lo Stato non è stata compresa dall’elettorato, ma certamente non è sufficiente a spiegare un crollo netto di apprezzamento da parte dell’elettorato. Certo, si potrà dire, le elezioni regionali non sono le politiche e pertanto predomina il fattore locale, ma , pensate c’erano ben 8 ministri capolista in otto diverse regioni e sono stati tutti battuti. O ancora che il sistema elettorale che non obbliga, come da noi, all’apparentamento al secondo turno, poichè il ballottaggio non è, qui in Francia, limitato ai soli due candidati che al primo turno abbiano ottenuto più voti. Infatti in moltissime regioni il ballottaggio era tra tre candidati (quattro addirittura in Corsica) e quindi oltre alla destra moderata di Sarkozy erano in campo anche i candidati del partito di Le Pen. Da noi certamente si sarebbe cercato (come peraltro è stato fatto dalla “gauche” che si è presentata unita – socialisti ed ecologisti – al secondo turno) una sorta di accordo tra i due movimenti di destra (che con l’attuale sistema elettorale è praticamente impossibile)e, pensate, dati alla mano avrebbe (sommando i voti dei due partiti) potuto permettere di strappare alla sinistra quattro o cinque regioni. Ma questa è fantapolica. Il dato oggettivo che esce dalle urne dopo questa consultazione regionale è uno ed incontrovertibile: i francesi non amano più come due anni fa Nicolas Sarkozy e hanno dato al presidente un forte monito al cambiamento. Lo saprà cogliere? Vedremo.
Aurelio Ferraguti
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