Due denunciati in stato di libertà dai Carabinieri di Monticelli d'Ongina alla Procura della Repubblica di Piacenza per l'incidente di due settimane fa che ha visto coinvolte due anziane sorelle nei pressi del Chiavenna, di cui uno per autocalunnia.
Domenica 7 marzo 2010 attorno alle 18 circa, una Fiat Seicento con a bordo due anziane sorelle di Caorso di 70 anni e 75 circa di Caorso stava dirigendosi, dopo aver oltrepassato il ponte del Chiavenna , lungo la SP10r, verso Piacenza. All'improvviso da via da Saliceto (sul lato interno del centro abitato) fuoriusciva, a forte velocità e senza dare la precedenza all'utilitaria che percorreva l'ex Statale, una Mercedes SW di colore grigio che impattava violentemente , e per fortuna solo centrando la parte anteriore della Fiat Seicento, contro l'auto delle anziane.
In quel momento il traffico era intenso e diversi testimoni esterefatti notavano l'accaduto fermandosi. Mentre le due donne anziane , a bordo dell'utilitaria, rimanevano una ferita ed una sotto choc , il conducente della Mercedes, diretto verso Saliceto /Fiorenzuola d'arda, fermatosi qualche istante circa 150 metri piu' in là poiche' intontito anch'egli dall'impatto e sceso solo qualche attimo per guardare la sua Mercedes , ripartiva incurante di dare i soccorsi alle anziane rimaste in auto e si dava alla fuga nonostante alcuni testimoni gli gridavano di fermarsi. Almeno 5 testimoni davano soccorso alle due anziane ed intanto chiavano i mezzi di soccorso (118 e 112), nel frattempo annotando la targa della Mercedes in fuga e dopo aver notato chiaramente chi vi fosse alla guida poi descrivendolo nei minimi particolari. Sul posto a Caorso, giungeva in emergenza una pattuglia dei Carabinieri di Monticelli d'ongina ed un'ambulanza della Pubblica assistenza di Monticelli che intanto portavano le ferite presso l'ospedale di Piacenza. L'auto veniva fatta recuperare da un carro attrezzi. Venivano subito raccolte le prime testimonianze che permettevano di risalire alla targa del veicolo in fuga.
I due militari sul posto incaricavano i colleghi in caserma a Monticelli di svolgere accertamenti sull'intestatario del veicolo che risultava una donna di etnia sinti, pregiudicata , di un insediamento zingari di Medesano di Parma e l'auto in uso al marito anche egli pregiudicato. Veniva contattata d'urgenza ed inviata presso l'abitazione di questi sinti una pattuglia della stazione cc di Medesano ed i colleghi reperivano ed inviavano documentazione attestante un recentissimo passaggio di proprietà di quella nuova Mercedes SW con sinti dell'insediamento di strada Ricetto di Saliceto di Cadeo . L'auto risultava intestata ad una giovanissima donna sinti di una famiglia ben conosciuta alle forze dell'ordine.
Nel giro di nemmeno due ore dall'evento la pattuglia di Monticelli d'ongina con ausilio delle pattuglie di Vllanova sull'arda e Fiorenzuola d'Arda (per motivi di sicurezza interpellate) si recavano presso l'insediamento sinti di Saliceto. Qui si informavano le persone presenti (nessun uomo - tutti spariti - ma solo donne) del motivo della presenza ed intanto nel cortile dell'insediamento sinti si rinveniva la mercedes datasi alla fuga. L'auto , d'accordo con il p.m. di turno dr.ssa Platé, veniva posta sotto sequestro e fatta recuperare da un carro attrezzi .
A questo punto, le sinti, colte alla sprovvista e non immaginando che i Carabinieri sarebbero arrivati cosi' in fretta a scoprire dove fosse finita l'auto in fuga, per tutelare il vero autore del reato, iniziavano a rilasciare delle versioni assolutamente risibili e contrastanti su chi fosse il reale utilizzatore del veicolo. Le versioni contrastanti portavano a far emergere un nome di un uomo estraneo ai sinti che , secondo alcune donne , era colui che aveva in uso il veicolo.
Il giorno successivo veniva rintracciato dai Carabinieri di Monticelli d'Ongina l'uomo siciliano che solo alcune delle zingare indicavano come utilizzatore del veicolo; solo dopo alcune titubanze questi si presentava in caserma e si accusava di essere colui che stava guidando la Mercedes la sera dell'incidente stradale di caorso. Da subito la situazione appareva agli investigatori irreale in quanto tutti i testimoni descrivevano l'autista della mercedes, fuggito, come persona sui 45-50 anni e tarchiato, l'uomo sicilano e' invece longilineo , di 35 anni ed alto circa 20 cm in piu' del vero conducente. Il siciliano presso la caserma carabinieri ha mantenuto un atteggiamento di sfida dicendo che "5-10 testimoni non mi interessa...ce la vedremo al processo...di farmi la galera non mi interessa".
Una volta eseguite le individuazioni fotografiche da parte di tutti i testimoni gli stessi subito e senza ombra di dubbio hanno indicato in R.G. "capo" dell'insediamento sinti di Saliceto e padre dell'intestataria del veicolo , l'uomo che era alla guida.
Visti i risvolti delle rapide indagini (che se non fossero state svolte repentinamente la stessa sera dei fatti avrebbero permesso di far disperdere le prove ed "accordare" tra loro le dichiarazioni dei sinti) i due uomini sono stati denunciati all'Autorità giudiziaria per differenti reato.
R.G., cinquantacinquenne di etnia sinti, conosciuto in zona con un particolare soprannome e "capo" dell'insediamento sinti di Saliceto di Cadeo, plupripregiudicato per delitti contro il patrimonio è stato indagato per "omissione di soccorso e fuga a seguito di sinistro stradale con lesioni personali colpose (con 20 giorni di prognosi). Se fosse stato preso in flagranza rischiava l'arresto con le nuove normative del codice della strada.
Il secondo denunciato è T.F., di 35 anni, originario siciliano, residente a Parma ma muratore nella zona di Pontenure, pregiudicato per truffa è indagato per i reati di "favoreggiamento personale " " autocalunnia". Ha rischiato anche lui l'arresto in flagranza ma i riconoscimenti dei testimoni dovevano ancora essere eseguiti dai Carabinieri di Monticelli su chi guidasse realmente il veicolo.