Primo "reportage" di un nostro lettore, Aurelio Ferraguti, 55 anni, originario di Piacenza. Aurelio da 4 anni abita in Francia a Metz (regione della Lorena). Spesso torna nella nostra provincia per abbracciare i due figli, che vivono a Carpaneto. Nella sua prima corrispondenza, Aurelio parla delle elezioni regionali in Francia.

Inizia oggi una conversazione, che mi auguro sia lunga e interessante tra voi lettori di Piacenza sera e un piacentino doc che da quattro anni vive in Francia, nel nord-est della Francia , in Lorena. Vi raccontero’ certamente della Francia, delle sue particolarità e delle sue contraddizioni, ma anche dell’immagine che si percepisce qui delle cose italiane, e perchè no anche delle cose piacentine. Allora, dai, cominciamo subito. In questi giorni qui in Francia, non si fa che parlare delle elezioni regionali che si sono tenute domenica scorsa e che vedranno il turno di ballottaggio la prossima domenica. Soprattutto qui giornali e televisioni parlano della sconfitta del presidente Sarkoszy, le liste che si richiamano al suo partito, l’UMP, hanno infatti subito, ed è la prima volta dopo la sua elezione all’Eliseo, l’onta ddel sorpasso da parte delle liste socialiste. Ma il sistema elettorale, qui in Francia è un po’ diverso dal nostro e domenica prossima al ballottaggio per la elezione dei presidenti delle regioni concorreranno, quasi ovunque, ben tre candidati. Socialisti, la destra di Sarkozy, cioè l’UMP ed il Front National di Le Pen, partito xenofobo e di estrema destra. Il risultato pare scontato a favore dei socialisti, che peraltro hanno stipulato accordi elettorali con i verdi dell’ex sessantottino Cohen Bendit.

Ma allora come si spiega la sconfitta al primo turno, e ragionevolmente anche al secondo del presidente? Sembra semplicistico e un po’ riduttivo far risalire le cause al forte astensionismo (meno di un francese su due è andato a votare) sicuramente ha inciso la delusione degli elettori di destra verso un presidente che, da quando è stato eletto, non ha fatto altro che circondarsi come collaboratori e ministri di uomini e donne provenienti dalla “gauche”. Un esempio per tutti la nomina di Mitterand (si proprio del nipote dell’ex presidente socialista) a ministro della Cultura, ma gli esempi sono tanti. Inoltre il presidente ha sempre agito da solo senza una vera consultazione con il suo partito.

Infine, e non è di poco conto, l’opinione pubblica è preoccupata per le condizioni economiche. Non che le cose qui vadano peggio che da noi in Italia, ma il livello di vita si è drasticamente ridimensionato negli ultimi anni. Aspettiamo di vedere i risultati domenica prossima e avremo più chiaro il senso di “dove vuole andare la Francia” . Un’ultima considerazione: qui i giornali, le televisioni criticano il presidente, si discute, si partecipa (anche se poi l’astensione è alta), il clima politico è molto diverso da quello italiano, la politica è assai meno “urlata”, ed il rispetto reciproco non viene mai meno, anche se la satira è, a volte, molto pungente.

Aurelio Ferraguti