[Home Page]
Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
Servizi
Meteo
Aria
Viabilità
Farmacie
Trasporti
Libri
Video TV
Cinema
Rubriche
ReadySteady
Koinè
Speciali
Volontariato
CercoOffro Lavoro
Promessi Chef
Tendenze
Motori
Jazz Fest
Piazza 25 aprile
Festival Blues
Fuori Porta
Maturità
Tribuna politica
Opinioni



Miles Davis e la "svolta" di "Bitches Brew" VIDEO

AGGIORNAMENTO - La svolta di Miles Davis, il suo passaggio dal jazz classico alla genesi di quello elettrico, narrati nel libro "Bitches Brew - genesi del capolavoro di Miles Davis", opera di Enrico Merlin e Veniero Rizzardi. "Il nostro libro non è rivolto solo agli specialisti - ha detto Merlin, ospite alla Passerini Landi del Jazz Fest - ma vuole essere una guida all'ascolto del Miles "elettrico", illustrare le ragioni di questo suo cambiamento, che non fu solo commerciale, nonostante "Bitches Brew" abbia rappresentato il più grande successo di vendite nella sua epoca: 400mila copie solo il primo anno".

"Bitches Brew", afferma Merlin, rappresenta invece il cambiamento che attraversò Davis, indubbiamente influenzato dalla sua giovane compagna di allora, Betty Marbry che era amica di Jimi Hendrix. Un cambiamento artistico ed anche estetico per Miles, che abbandonò eleganti completi scuri per psicadeliche tuniche africane.

"Lo accusarono di essere un venduto, un "sell out" - continua Merlin - senza capire invece che stava seguendo una nuova strada". L'opera venne registrata in soli 3 giorni per la Columbia Records da una fomazione inedita: 13 solisti invece del solito quintetto.

"Il modo più corretto di definire Bitches Brew - afferma - è il paragonarlo ad un film, piuttosto che a un disco. La rielaborazione a posteriori del materiale registrato è notevole: non si tratta semplicemente di una fotografia di una sessione in studio". "Prendendo in esame  - prosegue - il tema che dà il titolo al disco, grazie ad alcuni errori nel mixaggio, si sente come alcune frasi musicali siano state campionate e poi assemblate insieme. I tutto il disco sono presenti solo venti minuti di musica originale. Questo non perchè non fosse possibile ottenere lo stesso effetto in studio, con i propri musicisti, ma perchè non era questo il punto: nessuno va al cinema per vedere il montato di un film. Si va al cinema perchè si vuole vedere una storia, emozionarsi. Ed è questo quello che voleva Miles".

A questo punto diventa cruciale il rapporto di Davis con il suo produttore, Theo Macero. Quanto "Bitches Brew" fu opera di Davis piuttosto che Macero? "Il nostro libro non vuole dare risposte. L'album vide diverse sedute di post produzione, 17 o 18. E Miles fu presente a 5. Abbiamo comnque gli elementi per poter dire che riponeva in Macero tutta l sua fiducia e che non litigarono durante la registrazione".

 

cpilive on livestream.com. Broadcast Live Free

-----

Settima edizione del Piacenza Jazz Fest, evento clou dell’Associazione culturale Piacenza Jazz Club, organizzato con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Regione Emilia-Romagna e con il contributo delle realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio, prosegue oggi sabato 13 marzo 2010 con due eventi concomitanti.
 
Alle ore 17.00, presso il Salone monumentale della Biblioteca Comunale “Passerini Landi” di Piacenza, in Via Carducci 14, Enrico Merlin presenta il libro “Bitches Brew - Genesi del capolavoro di Miles Davis”, scritto a quattro mani dallo stesso Merlin e da Veniero Rizzardi (Ed. Il Saggiatore, 2009). L’iniziativa, a ingresso libero, è organizzata in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Passerini Landi”. Coordina l’incontro Giuseppe “Jody” Borea, esperto di musica jazz della SIdMA (Società Italiana di Musicologia Afroamericana).
Enrico Merlin, musicista e storico della musica del '900, ha condotto diverse ricerche su Miles Davis, presentate in numerosi convegni internazionali e uno dei suoi studi è divenuto testo di riferimento per un corso della “Harvard University”. Ha collaborato con gli eredi di Miles Davis (prima discografia ufficiale), con il documentarista premio Oscar Murray Lerner (per il DVD “Miles at Isle of Wight)” e con diverse case editrici. E' stato, inoltre, curatore di due mostre multimediali su Davis. Come chitarrista e compositore lavora a diversi progetti in ensemble e in solo, dal jazz tradizionale (Tiger Dixie Band) alla contemporaneità. Ha collaborato tra gli altri con Lee Konitz, Maria Schneider, Carla Bley, Steve Swallow, Markus Stockhausen, Paolo Fresu, Claudio Fasoli. E' autore di colonne sonore per documentari, film e opere teatrali. E' direttore artistico del “Centro Didattico MusicaTeatroDanza” di Rovereto (TN) e del “NonSoleJazz Festival” (TN).
A Piacenza Merlin guiderà il pubblico in un interessante viaggio attraverso la "svolta elettrica" di una delle figure più carismatiche della cultura del '900, mediante ascolti guidati, aneddoti e racconti. Una presentazione divulgativa e fluida dell’opera letteraria di Enrico Merlin e Veniero Rizzardi “Bitches Brew - Genesi del capolavoro di Miles Davis” (Ed. Il Saggiatore, 2009), che esamina in modo minuzioso e dettagliato uno dei grandi capolavori della musica su disco, Bitches Brew, registrato nell’agosto 1969 nello Studio B della “Columbia” e uscito nel 1970, considerato una pietra miliare della musica contemporanea, per diverse ragioni. Bitches Brew era qualcosa di completamente nuovo, infatti, Miles Davis portò in studio un'"orchestra” senza precedenti di 13 solisti; con una sezione ritmica allargata e con qualche appunto sulla carta, dopo solo una serata di prove, in tre giorni e nove ore di registrazione nacque un disco la cui portata storica fu subito chiara. Fu, inoltre, il primo disco “d'oro” nella storia del jazz: con 400.000 copie vendute in due anni, ridefinì il campo della musica contemporanea e influenzò intere generazioni di musicisti e di ascoltatori. In ultimo, fu etichettato come il capostipite di un genere musicale che fondeva le sottigliezze improvvisative del jazz con l'energia del rock. Ma la vera, inaudita, novità stava nelle proporzioni, nel respiro formale di brani insolitamente estesi per venti e più minuti, frutto di un sapientissimo lavoro di postproduzione, di cui si è spesso parlato, ma che nel libro viene per la prima volta esaminato in ogni suo risvolto. Bitches Brew, punto di arrivo della sperimentazione modale e trampolino per nuove sperimentazioni sul versante dell'improvvisazione, dell'organizzazione del materiale musicale e di innovative tecniche di studio, è frutto di un lungo e complesso “negoziato” tra esigenze commerciali e strategie artistiche visionarie. Attraverso una cronaca accurata e completa delle fasi di preparazione, di registrazione e di postproduzione, Enrico Merlin e Veniero Rizzardi ricostruiscono la genesi dell’album, a partire da tutto quello che accadde prima di Bitches Brew, per far comprendere al lettore il percorso artistico e umano che portò Miles a raggiungere quest’inarrivabile traguardo. La storia di un disco diventa così storia della musica: il racconto va dal 1968 al 1970, gli anni in cui la musica di Davis conobbe forse l’evoluzione più interessante della sua intera carriera e si sviluppa a partire dagli ultimi mesi di vita dello storico quintetto con cui Miles lavorò nel corso degli anni sessanta, per concludersi con il trionfo nel tempio del rock dell'epoca, il “Fillmore East” di New York. 
 
Alle ore 17.30, presso la “Piazza del Gusto” del Centro Commerciale “Gotico” di Piacenza, in Via Emilia Parmense 151, nell’ambito dell’iniziativa “Il Jazz al Centro”, collaterale al festival e organizzata in stretta collaborazione con la Direzione del Centro “Gotico”, è in programma il concerto del Debora Lombardo Quartet: Debora Lombardo, voce, sarà affiancata sul palco da Mario Zara al pianoforte, Michele Mazzoni al basso e Luca Mezzadri alla batteria (ingresso libero). Durante il concerto, il centro commerciale offrirà l’aperitivo a tutti i visitatori, per arricchire i momenti musicali con un ulteriore tocco di convivialità.
 
La vocalist riminese Debora Lombardo è una solida voce proveniente dal "pop" più raffinato, ma la sua passione per il canto jazz ne fa un'interprete di assoluta bravura, capace di reinterpretare standard e canzoni "più leggere" con maestria e pathos. Soprano Lirico Leggero, inizia lo studio del canto a 17 anni con il M° Roberto Coviello, noto nell’ambiente operistico e luminare della scuola di Rodolfo Celletti. Prosegue gli studi musicali a Pavia e in seguito quelli vocali come privatista sotto la guida del M.°Vincenzo Spatola, Baritono e illustre didatta a livello internazionale. La Lombardo ha all’attivo collaborazioni con il direttore  d’orchestra e arrangiatore Gabriele Comeglio e con il trombettista Emilio Soana (con i quali ha avuto modo di esibirsi in alcune rassegne Jazz, tra le quali Voghera Jazz, Bergamo Jazz, “Jazz at the college” a Pavia) e con Ad Majora Group, Fabrizio Sforzini, Beatrice Baccarini, Ivano Maggi, Stefano Rogledi, Claudio Prada, Stefano Bertolotti, Fabio Franceschetti, Mario Zara, Stefano Bagnoli, Riccardo Fioravanti, Giulio Visibelli, Marco Ricci, Tullio Ricci, Gianni Azzali, Michele Tacchi, Claudio Guida, Fabio De March, Max Campanella, Filippo Rodolfi, Tito Mangialajo, Giacomo Lampugnani, Marcello Testa, Dionigi Turcinovich, Alex Carreri, Simone Lisino, BB Band, Loris Tarantino, Piero Orsini, Riccardo Bianchi, Massimiliano Alloisio, Loris Stefanuto, Rossolatino, Gendrickson Mena.
Attualmente è impegnata artisticamente con diverse formazioni jazz: Il “Debora Lombardo Quartet”, il “Trio” e la “BB Band” (sei elementi), con la quale propone un repertorio swing che spazia dal classico standard ai brani più moderni e accreditati del genere. E’ solista del “Ticinum Gospel Choir” e con il pianista Mario Zara ha realizzato il progetto discografico “Through The Rain” (Ultrasound Records, distribuito dalla Catfish), in cui sono presenti brani inediti scritti insieme dai due artisti, oltre a standard arrangiati in modo originale .
 
In occasione della rassegna “Il Jazz al Centro”, presso il Centro Commerciale “Gotico” sarà esposta ancora per pochi giorni una parte della mostra fotografica Fermoimmagine - Scatti dai precedenti Jazz Fest: immagini che bloccano un frammento di creatività o di relax dei tanti artisti intervenuti nelle sei precedenti edizioni del Piacenza Jazz Fest, scattate dai fotografi ufficiali della manifestazione. Le fotografie fanno parte di una “mostra quotidiana” allestita anche in vari altri punti della città.
 
L’iniziativa “Il Jazz al Centro” ritorna sabato 20 marzo, alle ore 17.30, sempre in “Piazza del Gusto”, nella galleria interna del Centro, con il concerto del gruppo Sugar Pie & The Candymen; sabato 27 marzo l’appuntamento si sposta presso "Librerie Coop" del Centro Commerciale “Gotico”, con la presentazione del libro “Il blues” di Vincenzo Martorella: l’autore Vincenzo Martorella sarà introdotto dal giornalista e critico musicale Oliviero Marchesi, con gli interventi musicali del duo Veronica & The Red Wine Serenaders.

 
Voci correlate:
  • Bitches Brew
  • jazz
  • Miles Davis
  • Commenti:



    INSERISCI COMMENTO:

    *nome:
    *e-mail:

    titolo:

    descrizione (max.255 caratteri):

      Accetto le clausole realtive al trattamento dei dati personali.





    PiacenzaSera è una testata giornalistica registrata presso il tribunale di Piacenza (N° 644 con decreto di iscrizione del 27/07/2007)
    Edita da Codex10 - Società Cooperativa - P.IVA 01443570336 - Soluzioni internet realizzate da GeDInfo - Società Cooperativa.
    Per informazioni su come inserire la tua pubblicità su www.piacenzasera.it invia un'email a commerciale@piacenzasera.it