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Scuola, continua la raccolta firme per ottenere il rimborso dei crediti

Scuola, continua la raccolta firme tra genitori ed insegnanti per ottenere il rimborso dei crediti dal Governo. Ecco il testo della petizione:

Difendiamo i diritti dei bambini  e la qualità della scuola di tutti e di tutte
Come docenti e operatori della scuola sentiamo il bisogno di esprimere tutto il nostro disagio di fronte alla situazione venutasi a creare nelle scuole italiane e piacentine in particolare. Disagio che è venuto crescendo con il passare degli anni, a causa dei mancati finanziamenti dello Stato alle scuole. Finanziamenti che spesso erano solo la restituzione di soldi anticipati dalle scuole per il pagamento dei supplenti e per l’ordinaria amministrazione. I crediti che le scuole piacentine hanno accumulato nei confronti dello Stato italiano sono di circa sei milioni di euro.
Se le scuole sono potute andare avanti è perché sino al 2006 non era mai successo che lo Stato non provvedesse, seppure con ritardo, agli stanziamenti previsti. Le scuole utilizzavano il denaro in cassa, destinato ad altri capitoli di spesa, per effettuare pagamenti urgenti (vedi supplenze, materiale per la didattica e per la pulizia, forniture varie …) contando sul fatto che prima o poi i soldi sarebbero arrivati e avrebbero potuto utilizzarli per il loro legittimo fine.
Il Ministero ora dice: bene se ce l’avete fatta sino ad ora, vuol dire che potete utilizzare meno di quello che avete chiesto e quindi cancelliamo i crediti,  non vi restituiamo quello che vi spetta e vi riduciamo i finanziamenti per il futuro.
Quindi il Governo, non solo non fa fronte ai propri debiti e ai propri impegni, ma azzera quasi del tutto i finanziamenti annunciati per garantire il normale funzionamento delle scuole, nelle quali si riscontrano mancanze di ogni genere. A queste sono costretti a supplire spesso gli insegnanti o i genitori. Si confida sempre in qualche genitore che porti carta, cartoncino, colori, pastelli, sapone, carta igienica, scottex, cartucce e risme di carta per le fotocopiatrici, e tutto quanto serve per poter svolgere la normale attività didattica: altro che un computer per ogni bambino e lavagna interattiva! Quando a scuola si vuole documentare un buon percorso didattico con foto, video o giornalino, ebbene, occorre che qualcuno finanzi personalmente.
Nella scuola pubblica dell’obbligo si fa sempre più spesso affidamento sul contributo finanziario volontario  delle famiglie, in una situazione  di grave crisi economica che quindi penalizza ancora una volta i soggetti più deboli. E che cosa fa il Ministero?
Invita le scuole a non vincolare i contributi dei genitori a voci specifiche e così questi contributi potranno essere utilizzati dove ce ne sarà bisogno e non per i motivi per cui i genitori li hanno versati.
Come è possibile che tutto ciò avvenga nella scuola dell’obbligo dove si dovrebbe investire per il futuro delle nuove generazioni? Togliere i già esigui finanziamenti alla scuola dell’obbligo significa ledere il diritto allo studio garantito dalla Costituzione.
Si è riusciti sino ad oggi a mantenere una buona qualità dell’istruzione primaria, soprattutto grazie all’impegno dei tanti operatori scolastici che hanno creduto nel ruolo fondamentale della scuola per superare le barriere e gli ostacoli socioeconomici alla promozione sociale di tutti i ragazzi.
Il clima di precarietà creatosi a tutti i livelli sta rendendo difficile il proseguimento di un lavoro sereno anche agli operatori scolastici più disponibili. Forse è proprio questo che si vuole? Togliere finanziamenti e risorse alla scuola pubblica per dequalificarla e screditarla.
Noi però non ci stiamo e continueremo con pervicacia e ostinazione a cercare di fare nelle nostre classi una scuola di qualità. Lo faremo moltiplicando gli sforzi nel nostro lavoro quotidiano, ma anche denunciando tutte le situazioni che ostacolano il nostro lavoro.
Nelle scuole sta arrivando all’esasperazione il problema della sostituzione del personale assente. I fondi assegnati alle scuole per il pagamento dei supplenti sono irrisori, ma il personale scolastico è formato da esseri umani che volte si ammalano e quindi occorre sostituirli. Spesso lo si fa utilizzando i modi meno dispendiosi, ma  anche meno rispettosi dei diritti dei bambini e della qualità del lavoro degli insegnanti. Lo stesso problema si verifica anche per la sostituzione del personale ATA (bidelli e personale amministrativo).
Noi docenti e operatori della scuola comprendiamo le difficoltà in cui si trovano i dirigenti scolastici e siamo solidali con le loro richieste e prese di posizione. Nello stesso tempo crediamo utile ribadire, in difesa dei diritti delle bambine e dei bambini e della qualità della scuola, che gli insegnanti vadano sostituiti con supplenti sin dal primo giorno di assenza e la normativa vigente lo consente ( vedi regolamento sull’Autonomia scolastica ). A volte ciò non avviene e le normali attività didattiche subiscono degli stravolgimenti e dei rallentamenti. In questo senso invitiamo tutti i genitori a controllare quello che succede nelle proprie scuole.  La nostra non vuole essere una presa di posizione contro le difficoltà in cui si trovano ad operare i Dirigenti scolastici, ma la presa d’atto che chi ci impedisce un sereno e proficuo lavoro a scuola è il Governo che non ci fornisce gli strumenti finanziari e cerca di stravolgere anni di esperienza di buona scuola.
Ribadiamo quindi che per le sostituzioni non possano essere utilizzati gli insegnanti di sostegno. Ciò per garantire i diritti dei portatori di handicap. Tali insegnanti devono continuare a lavorare con la classe e i bambini diversamente abili a cui sono stati assegnati senza andare a sostituire chi è assente. Per le sostituzioni non possono nemmeno essere chiamati gli insegnanti impegnati nelle attività alternative alla religione cattolica, i quali devono garantire il diritto agli alunni, che non si avvalgono di tale insegnamento, di svolgere le attività progettate. Infine, come previsto dal contratto nazionale dei docenti e in base al Regolamento sull’Autonomia Scolastica D.P.R. n° 275/99, se il Collegio Docenti ha programmato attività di arricchimento dell’offerta formativa e/o di recupero nelle ore eccedenti l’attività frontale e di assistenza alla mensa, gli insegnanti non possono essere distolti da tali attività per supplire colleghi assenti.
Invitiamo i docenti a far valere i diritti di tutti gli alunni, sia  decidendo in modo appropriato nei Collegi Docenti, chiedendo che sia rispettata la normativa vigente (vedi allegata nota sindacale)  sulla sostituzione dei docenti assenti, sia rendendo pubblico il disservizio che si realizza nelle scuole.
Invitiamo i genitori e i Consigli di Circolo e d’Istituto a farsi sentire anche in occasione della discussione del Bilancio. Non è possibile tergiversare, occorrono prese di posizione chiare e che possano unire tutti coloro che hanno a cuore le sorti della crescita dei bambini e delle bambine, delle ragazze e dei ragazzi.
Siamo fiduciosi che su questi temi il mondo della scuola saprà essere unito e saprà farsi ascoltare dagli amministratori locali e dai parlamentari.
 

 

 
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