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Giro d'Italia, tappa a Bertolini. Ermeti: "Sono soddisfatto"

Doveva essere un antipasto delle grandi montagne, si è rivelata un inferno pieno di insiedie. La 11a tappa del Giro d'Italia non miete vittime a livello di classifica, ma fa soffrire parecchio tutti gli uomini di classifica, impegnati a non perdere secondi preziosi sotto i violenti acquazzoni che si sono abbattuti sul percorso. A trionfare sul traguardo di Cesena è allora il più temerario, ovvero Alessandro Bertolini, partito in compagnia di altri quattro avventurieri, quando all'arrivo mancavano ancora parecchi chilometri, e ultimo ad arrendersi dopo tante cadute e ripetuti colpi di scena. In classifica non cambia nulla, anche se la maglia rosa Giovanni Visconti è costretto a preciparsi in pronto soccorso per una forte contusione al polso destro, rimediata in una caduta a circa 30 chilometri dalla conclusione. Alle sue spalle, staccato di 5'50" c'è ora Gabriele Bosisio della Lpr Brakes Ballan. Per tutti gli altri big della classifica non è cambianto nulla.

Esattamente a metà Giro d'Italia, arriva anche un primo bilancio di Giairo Ermeti, unico piacentino al via della corsa rosa. “Oggi è il primo giorno che soffro – svela -, ma credo sia un malessere passeggero, forse dovuto anche alle condizioni proibitive del tempo. Inoltre, questa notte non sono riuscito a dormire bene e non ho riposato come avrei dovuto. Inoltre, come era nei piani, ho dovuto cambiare anche la bicicletta, con la conseguenza che mi sento tutti i muscoli indolenziti”. Colpa di una nuova posizione in sella, ma forse anche delle tossine che cominciano ad accumularsi nei muscoli di tutti i ciclisti dopo undici tappe disputate senza risparmio. “La cronometro di Urbino l'ho corsa al risparmio – fa notare -, perché non aveva alcun senso sprecare energie per una posizione di rincalzo. Nella tappa di oggi, invece, ho dato tutto nella prima parte, come mi era stato chiesto. A quel punto, dopo la salita di Perticara, ho un po' tirato i remi in barca, cercando di chiudere nel secondo gruppo senza fare troppa fatica”

 

 
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