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Errani: "No a questo nucleare antieconomico"
  

E’ un Partito democratico senza fronzoli quello presentatosi oggi a Caorso nelle figure di Vasco Errani e Filippo Penati, candidati alle presidenza della Regione rispettivamente in Emilia-Romagna e Lombardia. La conferenza indetta per confermare con forza il “no” alle politiche nucleari del Governo Berlusconi ha visto l’afflusso di numerosi simpatizzanti, i quali hanno assistito con manifesta partecipazione agli interventi che nella sala consiliare del Municipio hanno avvalorato il pensiero democratico, fortemente contrastante con quanto portato avanti dalla Maggioranza.  
 

In un luogo simbolo del passato nucleare italiano è stato il segretario regionale del Pd, Stefano Bonaccini, ad esprimere con chiarezza il cammino che il gruppo politico intende intraprendere in vista della tornata elettorale di fine marzo: «C’è bisogno di un Partito democratico da combattimento. La vicinanza con i cittadini è quantomai necessaria. Oggi il nucleare è da considerare solo in ottica di decommissioning e smantellamento. Da qui parte la nostra campagna, rivolta alle grandi opportunità presenti nella Green economy». Sulla stessa lunghezza anche Maurizio Martina – segretario regionale del partito in Lombardia – che non ha mancato di pungere i comportamenti della Lega: «Nonostante il tanto conclamato federalismo, il Carroccio si trova oggi a porre in essere, assieme al Pdl, uno dei provvedimenti più centralisti degli ultimi anni». 
 

E’ stato invece Alessandro Bratti, deputato e responsabile regionale ambiente ed energia del Pd emiliano, a sottolineare maggiormente la necessità di investire nelle energie rinnovabili e prestare maggiore attenzione all’efficienza energetica: «I fatturati delle aziende che operano nell’ambito delle fonti alternative sono più che positivi. Anche per questo motivo abbiamo l’obbligo di seguire tale direzione. La nostra non è solo una battaglia ideologica». Assai critico verso la costruzione di impianti nucleari anche il giudizio del principale avversario di Formigoni nella corsa per le regionali lombarde, Filippo Penati: «I contrasti e le contraddizioni all’interno del centro-destra sono evidenti. Un esempio su tutti la sbandierata autosufficienza energetica posta in risalto dal presidente Formigoni e il conseguente rifiuto del nucleare sul suolo lombardo perchè giudicato non necessario all’economia regionale; tutto ciò non può che cozzare con le motivazioni anteposte dalla Maggioranza per giustificare le politiche nucleari, le quali si reggono sulla possibilità di diminuire i costi energetici per favorire lo sviluppo economico».  
 

Puntuale e preciso l’intervento di Vasco Errani, che ha invece posto l’accento sulla mancanza di un piano energetico a livello nazionale: «Il Governo sta andando avanti in maniera improvvisata e certamente poco attenta al futuro. In Emilia-Romagna abbiamo adottato un piano energetico che permette di ottimizzare tempi e sforzi, con grande attenzione per l’impatto che i nostri interventi hanno sul territorio. Darsi una politica energetica è fondamentale». Il Presidente della Regione emiliana ha poi denunciato la metodologia con cui è stato reintrodotto lo sviluppo nucleare («utilizzando tre emendamenti nel silenzio più assoluto e in maniera improvvisa»), mentre ha elogiato quell’attenzione per il fotovoltaico che permetterà all’Emilia-Romagna di «diventare la prima regione italiana quanto a produzione di energia attraverso pannelli solari nel 2013». La poca economicità dell’energia nucleare è stato invece l’ultimo elemento toccato da Errani a conclusione della conferenza: «In Finlandia, dove sono impegnati nella costruzione di impianti dello stesso tipo di quelli che saranno costruiti in Italia, i lavori sono stati bloccati più volte. I ritardi nella costruzione sono elevati e il costo complessivo è altissimo. Ciò rende l’investimento molto poco conveniente dal punto di vista economico comparando i futuri prezzi dell’energia nucleare e quelli attuali legati ai combustibili fossili. Non vorrei che alla fine siano sempre i soliti dieci che hanno “salvato” Alitalia e Autostrade ad arricchirsi». 
 

Michele Ferro

 
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