Il governo impugnerà tutte le eventuali leggi regionali che dovessero strumentalmente legiferare sulla materia delle centrali nucleari, definita strategica per il Paese. E' la volontà espressa dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Il consiglio dei Ministri oggi ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che impediscono di costruire centrali nucleari sul loro territorio. E' stato confermato che "al prossimo Consiglio dei ministri del 10 febbraio ci sarà l'approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l'altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari".
"Nel merito - ha proseguito Scajola - il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo".
Critico il consigliere provinciale Gianluigi Boiardi (fonte ufficio stampa)
NUCLEARE: ROMA DECIDE, PIACENZA DA MESI ALLA FINESTRA
Apprendo, come purtroppo da tempo previsto e segnalato in numerose consiglio provinciale e nelle tante iniziative organizzate sul tema, che la prossima settimana il Consiglio dei Ministri varerà con procedura di urgenza il decreto per la localizzazione dei nuovi impianti nucleari da realizzarsi in Italia. Il rammarico manifestato ieri dal sindaco del Comune di Caorso trova tutta la mia comprensione ma ancora una volta dimostra lo scollamento che esiste tra questo Governo, l'Associazione nazionale comuni d'Italia (Anci), l'Unione province italiane (Upi) e le Regioni. Il Governo, di fatto e nella sostanza, evita il confronto sul decreto e impedisce alle autonomie locali di esporre osservazioni, suggerimenti ed emendamenti. In questo momento, è perfettamente inutile puntare l'attenzione, come fa il sindaco Callori, sulle tante questioni ancora aperte (decomissioning, misure compensative, eccetera) sul passato nucleare italiano, quando oggi ci troviamo purtroppo a dover accettare l'imminente arrivo del “nuovo” nucleare che altro non è, a detta di tanti esperti internazionali e nazionali, quello vecchio e obsoleto abbondantemente superato dalla realtà (vedi consorzio Iter per la ricerca di quarta generazione in sede Ue).
Aver scavalcato Regioni, Province e Comuni dimostra l'incapacità e l'inadeguatezza ad affrontare seriamente il tema energetico in Italia che rischiano di far scivolare il Paese fuori dal contesto internazionale. E che, aggiunto ai tagli governativi sull'utilizzo e sviluppo di fonti rinnovabili, potrà produrre negli anni una colonizzazione tecnologica da parte di quei Paesi che invece stanno da tempo investendo in questo settore strategico.
Mi auguro che le Istituzioni e i parlamentari piacentini facciano la loro parte. Credo che anche per l'amministrazione provinciale di Piacenza, che per otto mesi è rimasta in silenzio e continua ad evitare il confronto in consiglio provinciale, sia venuto il momento di prendere una posizione chiara sul problema. La Regione lo ha già fatto il 21 settembre 2009 quando il presidente Vasco Errani ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale per salvaguardare il diritto della regione al confronto con il Governo su questa materia. Gianluigi Boiardi
|