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Il dottor Canaletti ritrova il "fratello" adottivo dopo 50 anni

Una storia a lieto fine grazie ad un articolo pubblicato dalla Gazzetta di Parma. I protagonisti sono il dottor Rodolfo Canaletti, già primario del reparto di Oncologia dell'ospedale di Piacenza e attuale presidente della Lega contro i tumori, e Fausto Grisenti, adottato dal padre di Rodolfo, Mario, quasi 50 anni fa, dopo che la piena del Po nel polesine aveva distrutto la sua casa. I dettagli sono stati raccontati dal quotidiano di Parma.

Dopo cinquant'anni, Fausto ci è riuscito - racconta la cronista - voleva riabbracciare l'uomo che lo aveva adottato, quando nel 1951 la piena del Po aveva distrutto la casa di Polesine, in cui abitava con i genitori. Lo voleva tanto e per questo si è rivolto alla «Gazzetta» nella speranza che qualcuno raccogliesse l'appello. Quell'uomo che Fausto cercava era l'avvocato Mario Canaletti: «Lui purtroppo non c'è più - racconta Fausto Grisenti - ma ho potuto riabbracciare i figli: Rodolfo e Mariella. E grazie alla Gazzetta di Parma e all'articolo pubblicato». 

Quando Fausto era ancora un adolescente ed era tornato a vivere con mamma e papà, Mario Canaletti si trasferì a Milano con tutta la famiglia e da quel momento, di lui, più nessuna notizia. «E ora? Oltre alla felicità - continua Fausto -. Mi sono venuti in mente tanti altri ricordi. Quando la piena ci aveva tolto tutto, lo zio Mario, come lo chiamavo io, era già lì sulla riva per aiutarmi. Anche la tata che viveva con loro nella casa di Parma mi ha telefonato. E anche lei, la tata Rina Bellocchio, vive a Milano e si è emozionata molto, al ricordo di quando mi portava al cinema Roma. A quel punto, sono scoppiato a piangere».

Una gioia condivisa anche da Rodolfo Canaletti, già primario del reparto di Oncologia dell'ospedale di Piacenza, ma formatosi al Maggiore di Parma, e presidente della Lega contro i tumori: «Quando ho avuto il numero di telefono di Fausto, l'ho chiamato subito - confessa Rodolfo Canaletti -. E subito c'è stato un attimo di silenzio: eravamo molto emozionati. Mi ricordavo bene di quel bambino di due anni, mentre io ne avevo ormai 16. Un bambino timido e spaesato, all'inizio. Poi, con il piacere di averlo fra noi, si è ambientato in breve tempo».

Mario Canaletti è morto nel 1979, mentre la moglie Lina due anni fa. «Sì, è vero, era un uomo generosissimo - sottolinea Rodolfo -. Per lui, il fatto di aiutare qualcuno, era una cosa normale, non un atto eroico: era questo che lo rendeva grande. E là dove c'era bisogno della sua presenza, non si è mai tirato indietro. Con la piena c'erano paesi interi sott'acqua e le famiglie erano in forte difficoltà. Così Fausto è arrivato in casa nostra». Da quella prima telefonata dell'altra sera, ce ne sono state altre e ce ne saranno ancora, colorate da immagini, sorrisi e da un affetto antico e ritrovato.

 
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