Caccia ai caprioli - comunicato stampa diffuso dalla segreteria Luigi Francesconi (Pdl)
Francesconi: “Gli ambientalisti guardino a quanto avviene nelle Provincie rosse”
BOLOGNA, “Basta demagogia” è quanto chiede Luigi Francesconi (PdL) in merito al provvedimento predisposto dalla provincia di Piacenza che autorizza l’abbattimento dei caprioli.
“Come già avevo sottolineato in un’altra occasione – spiega il Consigliere Regionale – mentre la sinistra nostrana si sbellica nell’inventare bizzarre quanto costose politiche alternative per limitare la presenza dei caprioli, i loro “compagni” nelle altre provincie dell’Emilia Romagna non hanno esitato a percorrere la più normale e certa nei risultati delle vie, quella cioè della caccia”.
Dai dati ufficiali forniti dalle varie Provincie, infatti, risulta che dal 2000 al 2009 si è passati da 3.449 caprioli abbattuti a ben 19.284. In particolare, per quanto riguarda il 2009, 16.224 dei quali nelle “rossissime” Modena, Bologna e Reggio Emilia.
All’aumento dei capi prelevati corrisponde la crescita esponenziale della popolazione dei caprioli negli ultimi anni e dei danni da essi causati passati da 52.928,85 euro nel 2004 a 102.839,31 nel 2008.
“Di fronte a questi numeri – prosegue Francesconi – le proteste dell’opposizione piacentina non trovano giustificazioni e confermano ancor più in me la certezza che l’Amministrazione Provinciale di Piacenza non deve far marcia indietro ma proseguire sulla via coraggiosamente intrapresa.
Per altro il numero di prelievi proposti (30 capi) è del tutto irrisorio rispetto non solo a quanto avviene altrove, ma anche alla popolazione presente. L’autorizzazione alla caccia, poi, come noi del centro-destra diciamo da anni, è tardiva in confronto al resto della regione. Basti citare un dato: nel 2008 a Piacenza vi erano 5.835 caprioli ma non si poteva cacciarli, a Ravenna, invece, dove ce n’erano 2.899, la metà, ne furono uccisi 339.
Un altro esempio è Rimini dove lo scorso anno sono stati abbattuti 32 caprioli, un numero simile a quello proposto per Piacenza, ma con 356 capi censiti, un ventesimo rispetto a Piacenza”.
“Ancora una volta – chiosa Francesconi – la caccia è da condannare in base al colore politico di chi la gestisce: questa posizione è inaccettabile e deve essere rifiutata con forza dal mondo venatorio e dalle Istituzioni, poiché, come ho più volte sostenuto, autorizzare l’attività venatoria non è questione di ideologia bensì di buon senso poiché si comprende l’indispensabile ruolo che hanno i cacciatori nella tutela dell’ambiente”.