La "rinascita" nucleare interessa alle industrie piacentine. Su 29 aziende emiliane, ben 11 sono piacentine tra quelle coinvolte nel Supply Chain Meeting, organizzato ierii a Roma da Enel e da Confindustria e dedicato alla filiera italiana dell'industria nucleare. Più in particolare, tra le aziende della regione, hanno preso parte all'evento 3 imprese della provincia di Bologna, 4 della provincia di Modena, 11 della provincia di Piacenza, 3 della provincia di Parma, 4 per quella di Ravenna, 2 per Reggio Emilia e 1 a testa per le province di Forlì-Cesena e di Ferrara.
L'incontro è il primo di una serie di appuntamenti dedicati, nel corso dei quali Enel illustrerà alle aziende italiane interessate il processo di coinvolgimento e di qualificazione dell'industria nei progetti EPR, relativi alla ripresa del programma per la produzione di energia nucleare in Italia, che saranno realizzati da Enel-EDF.
Al meeting ha preso parte Stefano Riva, responsabile del consorzio Piacenza Energia, e con lui rappresentanti delle aziende Tectubi spa, Tectubi Raccordi e Selta. "Il messaggio lanciato durante l'incontro - ha spiegato Riva - al quale hanno partecipato circa 700 persone è che dal 2013 al 2020 il ritorno al nucleare metterà in circolazione molte risorse economiche, circa 4,5 miliardi di euro per ciascuno dei 4 nuovi impianti che il governo intende realizzare. La tecnologia di riferimento è quella di terza generazione francese (la cosiddetta EPR) che si avvale di sistemi avanzati di sicurezza e una produzione limitata di scorie. E' chiaro che le aziende piacentine, per la loro storia, per la loro esperienza, hanno le carte in regola per recitare un ruolo di primo piano, soprattutto se - come ha chiarito Enel - la discriminante sarà la qualità". Durante il convegno non è stato toccato il tema dei siti nucleari, è stato ribadito che la scelta del governo arriverà entro luglio, e Caorso naturalmente è in prima linea.
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