Un taglio di centottanta (180) poltrone nelle undici città più importanti dell'Emilia Romagna, i nove capoluoghi più Imola e Cesena: 39 assessori e 141 fra consiglieri comunali e provinciali in meno. Sarà questo l'effetto in regione del Ddl Calderoli approvato ieri in via definitiva dal Consiglio dei ministri.
Con le nuove regole, la riduzione sarebbe di ben del 33% per la giunta provinciale di Piacenza, il cui territorio non raggiunge i 300 mila abitanti e subirebbe una riduzione secca di due assessori sugli attuali sei.
Bologna, la città più popolosa della regione con 374.944 abitanti, rientra nella fascia da 250 mila a 500 mila abitanti: passerebbe da 46 a 37 consiglieri (-9), con una riduzione percentuale inferiore, del 19,5%. Nella fascia di mezzo, che vedrebbe un taglio secco del 20% degli eletti, 64 in termini assoluti, 8 consiglieri in meno passando da 40 a 32 consiglieri le assemblee, gli altri 8 comuni capoluogo, tutti tra i 100 mila e i 250 mila abitanti: Piacenza (101.778 residenti), Parma (182.389), Reggio Emilia (165.503), Modena (181.807), Ferrara (134.464), Ravenna (155.997), Forlì (116.208) e Rimini (140.137).
In Regione la riduzione dei consiglieri provinciali sarà di 52. Succederebbe, in base alle richiamate fasce di popolazione, a Bologna (sei consiglieri in meno, da 36 a 30), a Piacenza (altri quattro, da 24 a 20) e nelle altre sette province comprese nella fascia da 300 mila a 700 mila abitanti, dove le assemblee passerebbero da 30 a 24 consiglieri. In termini assoluti si tratta di 42 poltrone in meno da Parma (433.154 residenti) a Rimini (303.256 abitanti), passando per le province di Reggio Emilia (519.458 residenti), Modena (688.286), Ferrara (357.980), Ravenna (385.729), Forli'-Cesena (388.019).
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