IL PUNTO di Paolo Menzani - Della partita con il Torino rimane innanzitutto il classico punticino che muove la classifica, dopo quattro sconfitte consecutive: Piace finalmente in doppia cifra, a quota 10, dopo 14 giornate di campionato e a un terzo esatto di campionato. La situazione si è fatta in realtà più complicata, a causa delle sorprendenti vittorie del Crotone a Modena e del Gallipoli a Cittadella: ora la zona playoff è a due punti e quella salvezza a cinque punti, ma Reggina e Albinoleffe devono recuperare una partita, per cui il distacco potrebbe aumentare rispettivamente a cinque e sei punti.
Rimane anche il rammarico per non aver centrato una vittoria che il Piace avrebbe certamente meritato, per intensità di gioco e per numero di occasioni costruite. Almeno sei palle gol per i biancorossi, di cui una clamorosa, quella di Guerra nel primo tempo: movimento ad aggredire gli spazi, gran palla filtrante di Moscardelli in percussione, scelta corretta del tiro a giro di interno. Tutto molto bello, ma sbagliato di pochi centimetri.
Ma rimane soprattutto una prestazione convincente, con un Piace finalmente padrone del campo e un Toro insospettabilmente in grande difficoltà. Leteralmente trasformati i biancorossi, rispetto alle ultime uscite: approccio alla gara aggressivo e basato su un pressing asfissiante, squadra corta, compatta e con la giusta distanza tra i reparti, personalità e organizzazione di gioco. Roba da non credere ai propri occhi, dopo le recenti esibizioni.
Rimane pertanto la conferma di quanto fosse opportuna la mossa del cambio di allenatore. Castori, professionista serio che ha comunque lasciato un buon ricordo in città, non era riuscito a dare una fisionomia alla squadra: non era scattata la chimica, ha commentato Ficcadenti nel dare atto al suo predecessore di aver lasciato una squadra viva e ben preparata fisicamente.
Rimane un centrocampo sontuoso con un Sambugaro positivo e costante in posizione centrale, un Parfait che sembra una scheggia impazzita e rimbalza da un lato all'altro del campo fino ai crampi e un Nainggolan che torna alle sue giocate da uomo di categora superiore qual è; accanto a loro sale spesso un rigenerato Calderoni, tornato ai livelli dello scorso anno.
Rimane il dubbio che a questa squadra manchi un attaccante di categoria per poter sperare nella rimonta salvezza. Domenica Simon ha fatto il suo dovere, tenendo alta la squadra e aprendo spazi vitali ad un Moscardelli non a caso tornato il bisontino devastante del girone di ritorno con Pioli. In infermeria ci sono Guzman, Graffiedi e Tulli, ma la sensazione è che con un centravanti di livello la squadra otrebbe fare un salto di qualitù notevole. Vero è che l'anno passato il Piace ha accarezzato il sogno playoff schierando al centro dell'attacco Ferraro, onesto mestierante che quest'anno fa la panca nella Salernitana, unica squadra che possiamo guardare dall'alto al basso in classifica.
Rimane l'età media impressionante dell'undici sceso inizialmente in campo: 22,5 anni, probabilmente un altro record assoluto, dopo quello ottenuto come unica squadra senza trentenni in rosa. La linea difensiva, in particolare, aveva un'età media inferiore ai 21 anni; il portiere Puggioni e il capitano – meritatamente – Moscardelli gli unici over 25. Una squadra che ha un futuro, quindi.
Rimane da verificare se si è trattato di una svolta vera e definitiva, o di un rigurgito di orgoglio, figlio della scossa dovuta al cambio in panchina, e destinato a rimanere un episodio isolato. Siamo propensi ad optare per la prima ipotesi, il campionato emetterà le sue sentenze.
Rimane infine la retorica di coloro che difendono a spada tratta gli allenatori, vittime a sentir loro dei presidenti cattivi e delle assurde regole del calcio, secondo le quali per motivi oscuri e sostanzialmente ingiusti finirebbero sempre per pagare loro: in realtà, a volte paga chi deve pagare, chi non ha reso come doveva e non ha fatto rendere gli altri elementi dell'organizzazione. Come un manager in azienda. Questa squadra, nonostante il disinvestimento estivo della proprietà e nonostante gli infortuni, non vale la penultima posizione in classifica e non è squadra da fare intere partite senza tirare in porta.