“Una minoranza decide per la maggioranza, anzi, per tutti. E’ un problema di democrazia”.
Così Ivo Bussacchini, segretario Fiom Cgil di Piacenza, commenta la firma sull’accordo separato che Fim, Uilm e Ugl hanno raggiunto con Federmeccanica. Bussacchini avanza dei “dubbi giuridici” sulla validità dell’accordo in quanto Fim e Uilm hanno disdettato un accordo che scadrebbe nella parte normativa nel 2011. Le prossime mosse della Fiom emergeranno dal Comitato centrale in programma il 20 ottobre a Roma al quale parteciperà anche il segretario piacentino.
“L’aumento di 17 euro circa netti al quinto livello da gennaio, non corrisponde alle esigenze dei lavoratori – spiega Bussacchini – in una situazione di crisi la firma di un contratto separato è un fatto grave e inaccettabile, l’accordo appare più politico che altro. E’ assurdo che in un Paese che sta affrontando una crisi difficilissima – rincara il segretario piacentino della Fiom – si parli di coesione e si firmi un contratto separato senza l’organizzazione più rappresentativa nelle fabbriche. Nel merito dell’accordo, peggiorano le condizioni normative e, per quanto concerne la contrattazione aziendale, per ora questa viene rimandata a Commissioni che decideranno su cosa si potrà contrattare in azienda, con un sicuro restringimento degli spazi per le Rsu. Inoltre, c’è uno scambio economico accettato da Fim e Uilm che passerà dagli Enti bilaterali”. “Per adesso – conclude Bussacchini - gli unici palesemente soddisfatti sono Sacconi, Confindustria e gli attori dell’accordo separato del 22 Gennaio per ragioni che nulla hanno a che fare con il lavoro e la crisi, ma che nutrono un “odio sviscerato” nei confronti della Cgil e di ciò che rappresenta. Il buon senso dovrebbe far dire a costoro che si riconsegni la parola ai lavoratori che sono gli unici titolari del diritto contrattuale”.
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