E' legata ai debiti di Iride verso lo Stato, per sanare la moratoria fiscale di fine anni '90, la fibrillazione che si sta vivendo in queste ore tra Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Torino e Genova. Come spiega la stampa nazionale, la multiutility ligure-piemontese avrebbe un debito di 130 milioni di euro, contro i trenta previsti inizialmente. Il concambio di 4,2 azioni Iride per un'azione di Enìa dovrebbe necessariamente cambiare, tutto a vantaggio dell'Emilia.
La nuova tabella di marcia prevede che entro dicembre venga stipulato l’atto di fusione Iride-Enìa e che a inizio gennaio nasca e diventi operativa la nuova multiutility, anche se forse bisognerà aspettare fino a febbraio-marzo perché l’assemblea dei soci nomini il nuovo Cda che - se non cambieranno i reciproci pesi - sarà composto da 13 consiglieri, di cui 7 espressione di Genova e Torino, 4 degli emiliani di Enìa e 2 in quota agli azionisti di minoranza.
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