"Sul marketing territoriale siamo quasi all'anno zero e serve una riflessione profonda sui motivi di questa situazione". Non è stato tenero il presidente della Provincia Massimo Trespidi nel suo intervento alla tavola rotonda delle istituzioni nell'ambito del convegno “MARKETING E BRANDING TERRITORIALE” (riflessioni teoriche e buone pratiche), organizzato da Università Cattolica del sacro Cuore dall'Istituto Guglielmo Tagliacarne e dall'Associazione Italiana di Scienze Regionali, con il contributo di Amministrazione provinciale e Agens (Agenti di Sviluppo Locale) in Provincia. Insieme a Trespidi si sono confrontati l'assessore comunale Anna Maria Fellegara e il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti, coordinati dal dirigente provinciale Vittorio Silva.
Trespidi ha proseguito così: "Il marketing è uno strumento, ma se lo assolutizziamo senza sapere come cosa vogliamo promuovere, si fanno disastri. Alla Provincia spetta il compito di programmazione e di fissare le regole per impedire che si affermi la logica del particolare. Il traguardo comune delle politiche di marketing non può che essere Expo 2015, tutti devono mirare a questo comune obiettivo. Piacenza deve sfruttare al massimo il suo ruolo di provincia di confine, cerniera fra le due Regioni più sviluppate del paese. Al centro non può che esserci il capitale umano".
Lalla Fellegara ha sottolineato la carenza di risorse economiche e di aree sfruttabili, due elementi essenziali per il marketing territoriale. "Abbiamo pochi soldi, ma abbiamo le persone con le competenze e una rete universitaria che solo 15 anni fa non esisteva. Quanto agli strumenti, la scelta fatta sulla base dell'esperienza passata è quella di non costruire più agenzie o altri enti dedicati, facili da istituire, ma poi assai difficili da smantellare. Meglio privilegiare relazioni informali per fare sistema e sfruttare al meglio quello che sappiamo fare: l'agroalimentare, la meccanica combinata con l'energia".
Da Giuseppe Parenti un appello a mettere a disposizione nuove aree produttive, anche a scapito di un'agricoltura che ha perso centralità nello sviluppo. "Dobbiamo creare ponti d'oro per quelle aziende che chiedono di insediarsi da noi portando valore aggiunto".
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