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Venezia: il sapore speziato di 'Soul Kitchen' in attesa di Jared Leto
   

La 66ma Mostra del cinema di Venezia è ormai agli sgoccioli. Confortato dal 'cambio di rotta' nei confronti del film di Michele Placido (fine della conferenza stampa di ieri a rischio rissa con una giornalista spagnola, che gli ha chiesto come faccia a conciliare unfilm 'sulla sinistra'con il fatto che a produrlo sia Medusa del gruppo Mediaset), il criticodi PiacenzaSera è rientrato in sala per vedere gli ultimi film in concorso.
Sorpresa! 'Soul Kitchen' di Fatih Akin, rubando la battuta a uno dei suoi personaggi, si è rivelato un gustoso 'cibo per l'anima', che si prepara a diventare un cult. Attorno a un ristorante-capannone di Amburgo, chiamato 'Soul Kitchen', ruotano le storie tragicomiche del ristoratore, un giovane greco che nutre i suoi clienti con piatti surgelati, di un cuoco con la passione per i coltelli e la nouvelle cuisine, di un ladro in libertà vigilata con la passione per le scommesse, di una barista squatter amante della letteratura e dei superalcolici (una nuova Anna Karina per quanto le somiglia), di una ricca giornalista in partenza per Shanghai e di un complesso e vivace sottobosco umano, messo di volta in volta di fronte ai numerosi imprevisti della vita. Applausi scroscianti e risate spontanee, in sala, durante e dopo la proiezione.
Oggi la stampa ha potuto vedere anche l'ultimo italiano in gara, 'La doppia ora' di Giuseppe Capotondi, film 'di generi' (sentimentale-thriller-horror chi più ne ha più ne metta) tutto sommato gradevole.
Tappeto rosso pomeridiano per 'The traveler' dell'egiziano Ahmed Maher, non troppo coinvolgente storia di tre giorni nella vita di un uomo pavido a distanza di 20 anni l'uno dall'altro, interpretata però (purtroppo solo nella terza parte) da un impeccabile Omar Sharif.
Nel tardo pomeriggio gli accreditati stampa potranno vedere in anteprima l'atteso 'Mr. Nobody' di Jaco Van Dormael, con il frontman dei 30 seconds to Mars, Jared Leto.

 
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