Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Gruppo Consigliare “INDIPENDENTI VALLA SINDACO”, circa l'area commerciale prevista nella lottizzazione “La Fornace” a Pontedellolio.
Un protocollo d’intesa ( 25.11.2002) e il relativo piano di zona ( 13.10.2003) approvati in Giunta Comunale ed il piano particolareggiato ( senza la parte commerciale ) approvato in Consiglio Comunale il 28 aprile 2004 .
Questa è l’eredità che l’amministrazione Montanari ha lasciato all’amministrazione Spinola relativamente all’area commerciale prevista nella lottizzazione “ La Fornace”; solo un protocollo d’intesa che prevedeva tra l’altro standard urbanistici molto diversi rispetto a quelli poi approvati. Quindi tutto l’iter che va dall’adozione all’approvazione della variante al piano commerciale comunale e alla variante al prg necessaria porta la firma, nella relativa documentazione, di Spinola , dei suoi assessori e dei suoi consiglieri di maggioranza.
Sottolineamo come un protocollo d’intesa non sia vincolante per un’ amministrazione che non ne condivide i contenuti ( parere espresso da diversi funzionari extra comunali e da legali da noi interpellati).
Il comportamento di Spinola , protocollo d’intesa vincolante o meno, è stato quello di chi voleva la soluzione commerciale e non di chi subiva obtorto collo una scelta non condivisa;
Per capire quanto il Sindaco sia stato determinante nell’approvazione della variante , quale evidenza il sindaco voleva dare al suo iter procedurale, se condivideva o meno la destinazione commerciale dell’area , la sensibilità riservata al commercio locale nonché verso le raccomandazioni previste dal PTCP in materia di commercio al dettaglio basta leggere i pareri favorevoli ed entusiasti di sindaco e assessore al commercio Filios contenuti nei verbali delle delibere e ripresi dalla stampa locale negli articoli di quel periodo; basta ricordare il flebile contenuto delle controdeduzioni in risposta alle raccomandazioni previste nella variante PTCP art 45 circa i criteri insediativi e morfologici in materia di commercio al dettaglio; basta sottolineare il mancato coinvolgimento dei commercianti locali e della minoranza ( mai convocata la specifica commissione consigliare) ; basta osservare la tempistica e il riserbo con cui il progetto è stato portato e approvato in commissione edilizia la quale ha espresso parere di sospensione , nei giorni precedenti le elezioni, e poi parere favorevole, subito dopo le elezioni ; basta ricordare il permesso per la trasformazione di una struttura medio - piccola in una struttura medio grande ( la seconda in paese ) rilasciato da Spinola derogando ancora una volta dalle regole ( la competenza era della provincia ) .
La minoranza consigliare ha sempre osteggiato il progetto e le relative varianti come si può riscontrare dagli atti.
Come mai la minoranza non ha sollevato il problema nel 2002 chiede Spinola? Semplicemente perché nel 2002 si parlava solo di progetti di fattibilità con planivolumetrico, di un progetto sostanzialmente esplorativo per la determinazione delle tipologie insediative , di soluzioni completamente diverse da quella approvata ora e comunque il tutto era subordinato alla sua preventiva presentazione e approvazione in consiglio comunale cosa mai avvenuta nonostante sia stata rilasciata la concessione a costruire…. ( incredibile !!). Per questo ci rivolgiamo alle autorità competenti evidenziando la palese illeggittimità della concessione rilasciata da questa Amministrazione.
Se il Sindaco si fosse preoccupato di esporre chiaramente il proprio pensiero in merito e di dire che paese intende consegnarci alla fine del suo mandato, se avesse coinvolto e informato la sua cittadinanza e accettato un confronto con la minoranza , se avesse rispettato le regole piuttosto che con arroganza giocare allo scaricabarile ,oggi, dopo cinque anni di sua amministrazione, non ci troveremmo in questa situazione (e non mi riferisco solo al progetto commerciale )
Ad appena due mesi dalla fine della campagna elettorale ci troviamo con un Sindaco sfiduciato e smascherato nelle sue promesse principalmente da chi a giugno con un plebiscito lo aveva votato.
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