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Herzog fa il bis per candidarsi al Leone: suo anche un film a sorpresa


I cinefili sono in estasi, e a ragione. Si sono svegliati stamattina con la proiezione di ‘The bad lieutenant’, produzione americana interpretata dagli hollywoodiani Nicholas Cage ed Eva Mendes, l’hanno apprezzata perché, oltre stile e contenuti, portava la firma di una divinità del cinema internazionale, ma sono rimasti anche un po’ stupiti del fatto che proprio lui, il tedesco Werner Herzog, re del cinema assurdo e antinarrativo, si fosse dedicato a un’opera piacevole, sì, ma dalla trama lineare, e per di più ispirata a un’altra, ‘Il cattivo tenente’ di Abel Ferrara (di cui in realtà c’è ben poco).
La sorpresa è arrivata all’ora dell’aperitivo, al momento di entrare in sala per vedere uno dei quattro film a sorpresa ormai entrati nella tradizione della Mostra. Perché Herzog, che ha fatto finta di niente per tutta la giornata, ha portato al Lido, in concorso, anche un altro film: ‘My son, my son,, what have you done?’, che vanta addirittura David Lynch come produttore ed ha un cast decisamente più consono al suo genere visionario: Willem Defoe, Chloe Sevigny, Udo Kier, Michael Pena e Loretta Devine.
Un thriller come il film che lo ha preceduto di poche ore, in apparenza, un’opera più accessibile di ‘Cuore di vetro’ ma altrettanto delirante, e soprattutto legata a uno dei suoi temi-cardine: la ricerca di Dio. Fenicotteri rosa, strade da ‘Mulholland drive’, nani, struzzi, dio nella farina d’avena, ‘Guerre stellari’. Risa e pianti da tragedia greca, proprio come l’Orestea, in cui il figlio uccide la madre, e che sembra essere il nodo centrale del film. Herzog entra nella mente disturbata del protagonista, barricato in una casa circondata dalla polizia, attraverso la ricostruzione della fidanzata e del regista teatrale con cui ha lavorato. Così inizia il viaggio nella sua mente disturbata: un vortice di luoghi e di volti accomunati forse dalla stessa dimensione umana, fragile e fallibile, regolata da meccanismi inevitabilmente instabili.
Ma la 'questione Herzog' a Venezia non si chiude qui: oltre ai due lungometraggi in concorso, il regista ha portato anche un corto, 'La Bohème', in sala in queste ore.
 

 
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