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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Forum Pd, tre incontri per Marino; un appello per Franceschini

Ferve l'attività nel Partito Democratico in vista della festa cittadina che vedrà tutti i big nazionali a Piacenza. Ecco due comunicazioni.

Tre incontri della mozione Marino

Tre incontri aperti a tutti i cittadini per conoscere la mozione Marino, raccogliere i contributi e le istanze del territorio. Il tutto seguendo la nuova formula politica che vede i territori e i circoli al centro dell'attenzione programmatica. Il rilancio del PD passa attraverso un deciso cambio di rotta nella gestione del partito, che mira a coinvolgere nuovamente la base, attraverso consultazioni e discussione sui temi più sensibili. E proprio per tenere fede a questa nuova impostazione, il comitato piacentino a sostegno della candidatura di Ignazio Marino a segretario nazionale del Partito Democratico ha programmato una serie di incontri per discutere e avanzare nuove proposte per il programma di governo nazionale e regionale della mozione. Tre appuntamenti a cadenza settimanale, tutti alle ore 21 nella sede di viale Risorgimento 35 a Piacenza, durante i quali verranno analizzate le problematiche del territorio, suggerendo soluzioni o nuovi approcci alle istanze. Si parte martedì 11 agosto con la serata dal titolo “Tra crisi e cambiamento”, dove si parlerà di lavoro, welfare e sviluppo. Successivamente, martedì 18 alle ore 21 sempre nella sede cittadina del PD, al centro dell'attenzione ci sarà “il mondo delle idee”, con dibattito su cultura, sapere e informazione. Infine, ma non ultimo per importanza, martedì 25, spazio a “la politica e il partito”, con democrazia, etica e nuove forme di partecipazione al centro del dibattito. Da questi tre appuntamenti, come detto, usciranno le istanze che il territorio piacentino porterà all'attenzione del candidato alla segreteria regionale del PD, Thomas Casadei, il quale provvederà a farne una sintesi, per integrare le tematiche all'interno del discorso più ampio regionale e nazionale.

Vogliamo un Partito Democratico capace di scegliere, decidere ed occuparsi del futuro del Paese. Appello per Franceschini-Bastico

Cinque mesi fa Dario Franceschini con grande senso di responsabilità si è messo a disposizione per guidare il Partito Democratico in un momento di forte difficoltà, toccava a lui e non si è tirato indietro.
Non è stato un gesto eroico, ma un gesto di concreta “assunzione di responsabilità” e lo ha fatto avviando un percorso nuovo dentro al Partito: chiedendo e ottenendo un forte lavoro corale, pretendendo il rispetto della vita democratica interna e inserendo il voto negli organismi dirigenti come concreta pratica di democrazia. In questi cinque mesi Dario Franceschini ha saputo parlare al Paese in modo chiaro portando la posizione univoca del PD, anche sui temi più delicati come quelli etici, convinto sostenitore del principio di laicità dello Stato alla base della nostra Costituzione: dalla sofferta vicenda di Eluana Englaro al testamento biologico, all'attualità della RU486... giorno dopo giorno ha guardato alla costruzione di una ferma opposizione al governo Berlusconi e al rischio di una democrazia autoritaria, al dovere di formulare proposte credibili per il Paese e per uscire dalla crisi economica mettendo al primo posto chi non ha più lavoro e reddito, inoltre, nonostante la pubblica opinione ne considerasse impossibile la riuscita, ha saputo dare vita ad una nuova casa in Europa per le forze progressiste e riformatrici, dove oggi siede l'intero gruppo parlamentare europeo italiano.
Ha fatto questo insieme al Partito, chiedendo a tutto il Partito di condividere le scelte, costruendo sintesi anche fra le posizioni più lontane fra loro. Dario Franceschini ha guidato questa fase di transizione del Partito e lo ha fatto bene. Con coerenza, lealtà e credibilità! Sono pochi cinque mesi per cambiare un segretario, ecco perché anche noi ci uniamo a chi gli ha chiesto di rimanere per andare avanti e continuare nella costruzione del progetto originale del Partito Democratico, senza arretramenti, ma correggendone gli errori e favorendo quel naturale processo di contaminazione di cui non vogliamo più fare a meno; restituendo l'orgoglio ai militanti di essere parte di un Partito popolare, radicato e riformatore.
Chiediamo a tutti coloro che la pensano come noi di dare fiducia a Dario Franceschini, candidato a segretario nazionale del PD e con lui a Mariangela Bastico, candidata alla segreteria del partito nella nostra regione e di dare insieme a loro corpo a ciò che è scritto nella mozione 2, sia durante che terminato il primo congresso del Partito Democratico. Lo chiediamo agli iscritti ed agli elettori, ai tanti che hanno creduto venti mesi fa al progetto, ai tanti che vogliono un “PD che serve all'Italia”, come ha affermato Piero Fassino in occasione del suo intervento di sostegno alla candidatura di Dario Franceschini il 9 luglio scorso.
Proprio Piero Fassino, coordinatore nazionale della mozione 2,  ha posto la necessità che questo congresso sappia rispondere a quattro quesiti: Le ragioni per cui abbiamo deciso di fare il Partito Democratico, sono ancora attuali? Quali sono le idee forza che segnano l'identità e il profilo progettuale del PD che vogliamo proporre al Paese? Con quale forma partito vogliamo far vivere il Partito democratico nella società italiana? E infine, in quale sistema politico immaginiamo la funzione e il ruolo del Partito Democratico?
Già la presenza di Piero Fassino a sostegno di Dario Franceschini è per noi garanzia dell'attualità del progetto del Partito Democratico. Con la stessa generosità, intelligenza politica e lungimiranza con cui ha contribuito a costruire il Partito Democratico, anche questa volta Piero Fassino ha scelto di guardare al futuro, di dimostrare di andare oltre le provienienze del passato nella scelta del segretario e di non azzerare venti mesi di costruzione del PD.
Insieme a loro crediamo che le ragioni di questa scelta siano ancora più forti e attuali di quanto non lo fossero venti mesi fa. Infatti nonostante la nascita del PD abbia imposto un profondo cambiamento nel sistema istituzionale e politico - è grazie al PD se oggi in Parlamento siamo passati da 39 a non più di 10 partiti e da 17 a 6 gruppi parlamentari - serve proseguire la transizione istituzionale con riforme e una nuova legge elettorale e va consolidato il cammino aperto da Dario Franceschini di costruzione di una casa per tutti i progressisti europei, per dispiegare un pensiero nuovo progressista e riformista, capace di rispondere alle sfide dei nostri tempi e alla crisi della globalizzazione, per coniugare efficienza e solidarietà, coesione e innovazione.
Lo possiamo e lo vogliamo fare con un programma di governo per il Paese che si consolida sulla cinque parole chiave scelte da Dario Franceschini: fiducia, regole, uguaglianza, merito, qualità. Le parole di un riformismo moderno, che usa le radici e la memoria delle culture politiche del 900 italiano non per tornare nostalgicamente indietro, o per restare immobile, ma per immergersi in un cammino nuovo ed emozionante.
La prima parola è Fiducia. Quella fiducia che tiene insieme la vita, le comunità, il mercato. Tutte le nostre politiche, tutte le nostre proposte concrete devono essere costruite attorno a questo messaggio positivo: dalle misure per proteggere i lavoratori e i cittadini dalla crisi, alle riforme economiche necessarie a dare prospettive a famiglie e imprese, alle riforme istituzionali che ridiano fiducia in uno Stato e in una politica che debbono essere basati sulla trasparenza e sull'efficienza. Ridare fiducia a milioni di persone impaurite offrendo protezione e, al contempo, prospettive di futuro e opportunità.
La seconda parola chiave del nuovo riformismo è Regole. Buone regole a tutela dalle ingiustizie e dalle disuguaglianze, presidio della legalità. Buone regole che oltre a sancire diritti, stabiliscano doveri e responsabilità, garantiscano la sicurezza collettiva e fondino la convivenza di comunità aperte, capaci di integrazione e vera solidarietà. Regole semplici e stabili per l'economia e per le imprese, per un sistema pubblico funzionante.
La terza parola appartiene al vocabolario storico del campo progressista ed è Uguaglianza. Una parola moderna, centrale nel mondo globalizzato, dove senza gli anticorpi della politica, le disuguaglianze sono destinate ad aumentare dentro i paesi e tra i paesi del mondo.  Uguaglianza delle opportunità, da sostenere non solo nelle condizioni di partenza, ma nel corso della vita di ciascuno. Uguaglianza per valorizzare i talenti dei giovani, la libertà di scelta e di lavoro delle donne.
La quarta parola è Merito. Una parola profondamente legata a quella precedente Uguaglianza. Riconoscere i talenti, l'impegno e il valore del lavoro per superare molte delle ingiustizie sociali che opprimono la nostra società, per rimettere in moto la mobilità sociale, per aprire tutti i campi e per investire sulla intelligenza e creatività dei ragazzi italiani.
Infine l'ultima parola Qualità. Significa investire in conoscenza. Scuola, università, ricerca, innovazione, cultura. Significa valorizzare l'originalità italiana che ci rende unici al mondo.
A Piacenza e in tutta l'Emilia Romagna insieme a Mariangela Bastico, usando una espressione a lei cara costruita proprio nel suo impegno sulla scuola e sul diritto allo studio, abbiamo voluto inserire una parola chiave aggiuntiva rispetto alle cinque a base della mozione Franceschini: “Tutti, e non uno di meno”. Perché tutti, e non uno di meno, abbiano l'opportunità di esprimere i loro talenti e non siano esclusi; perché i cosiddetti “deboli” sono straordinarie risorse; per un PD che sappia accogliere tutti, e non uno di meno, e sappia valorizzarne i saperi e le competenze; per un PD in cui, dopo il congresso, ci saranno tutti, e non uno di meno, un PD unito, più unito di prima, proprio perché il confronto congressuale sarà vero ed onesto, basato sulla libertà di ciascuno di pronunciarsi.
Proprio per questo vogliamo e crediamo sia possibile un congresso in cui ci si confronti realmente e lealmente, senza annacquare le differenze. Crediamo che proprio sulle ultime due domande poste da Piero Fassino si trovino le differenze più forti fra le mozioni. Noi vogliamo un partito strutturato e radicato nei territori, capace di superare l'autoreferenzialità e privilegiare il rapporto con la società, attraverso i nuovi strumenti di partecipazione. Per questo riteniamo le primarie  un'opportunità di partecipazione di coloro che nella società odierna sono vicini al Partito Democratico, quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati. Vogliamo quindi un Partito che difende come oro la forza dei propri militanti, ma che apre le porte a chi dimostra di condividere il nostro progetto politico.
Un partito aperto anche a tutti quelli che vorrebbero entrare e impegnarsi, ma spesso non sanno nemmeno a che porta bussare, a chi ha scelto di cominciare l'impegno politico proprio con il PD. Spalancare le porte e i propri gruppi dirigenti per un reale processo di rinnovamento che non ha nulla a che vedere col “nuovismo” scelto dall'alto. Dobbiamo uscire dall'autoreferenzialità e radicare il partito in tutta la società, e anche per questo crediamo che le massime cariche del partito non possano essere decise per cooptazione o solo con unici criteri anagrafici, ma siano il frutto di un percorso di promozione di pari opportunità e nuove generazioni fondate sul merito, sulla dedizione e sulla capacità di direzione politica. Per questo le candidature alle segreterie regionali sono state scelte fra le figure più autorevoli del partito, uomini e donne conosciuti, votati, rappresentativi degli iscritti e della società. Uomini e donne che vogliamo siano sempre più in grado di farsi portavoce delle istanze dei territori in tutte le sedi istituzionali. Uomini e donne che hanno il dovere di rafforzare il legame fra eletti ed elettori, soprattutto fra eletti e partito e con i circoli nei territori. Solo dirigenti in continua osmosi con la società permettono di superare le distorsioni tipiche di autoconservazione che ritroviamo ancora nei gruppi dirigenti, anche locali.
Poi vogliamo un partito nazionale e federale insieme che, dentro una missione unitaria, lasci ai partiti regionali risorse finanziarie, autonomia politica e statutaria nelle scelte del modello organizzativo, delle alleanze, dei candidati, delle priorità programmatiche. Per questo nel rispondere alla domanda: in quale sistema politico noi pensiamo il PD, deve essere chiaro che, fuori da rappresentazioni astratte e di comodo, sosteniamo autenticamente la vocazione maggioritaria e non l'autosufficienza solitaria, consapevoli che nessun partito in Europa da solo è in grado di superare il 50% dei consensi. Ne consegue che il sistema di alleanze non può essere frutto di tattica e  men che meno conclamata a priori, ma deve diventare il risultato delle relazioni e dei legami costruiti nei territori e basato su priorità programmatiche che guardano a ben governare, come già accade nella positiva esperienza della nostra regione.
Per questo e per tutte le proposte già contenute nelle mozioni di Dario Franceschini e Mariangela Bastico (che potete trovare anche nel nostro blog “piacenzaperfranceschini.blogspot.com), rispettivamente candidati alla segreteria Nazionale e Regionale del Partito Democratico, sosteniamo con convinzione la loro candidatura, certi che con loro potremo smettere di essere definiti ex di qualcosa (democristiani, comunisti, socialisti.....), ma vedere riconosciuti la richezza  e l'orgoglio del nostro passato per diventare insieme parte determinante di un nuovo futuro.
Come dice Dario Franceschini “Ci vuole sempre più coraggio quando si sceglie di andare avanti. Fermarsi o tornare indietro può essere più tranquillo e rassicurante, soprattutto in un tempo di paure e incertezze. Ma noi vogliamo un partito che ha il coraggio di rischiare. Un partito che ha coraggio nel costruire se stesso e il proprio radicamento con pulizia e con rigore, che ha coraggio sia nell'ammettere i propri errori che nel rivendicare con orgoglio i risultati della sua giovane storia. Un partito che ha coraggio nel fare l'opposizione, sfidando la prepotenza e il potere di questa destra con la forza delle idee, della voce, delle mani e delle braccia di migliaia di donne e uomini. Un partito che ha coraggio nello svegliare la coscienza civile di un paese che sotto la crosta è pieno di forza e di energia positiva, di talenti e di voglia di futuro. Un partito che, propone all'Italia il cambiamento contro la conservazione” Con Dario Franceschini anche noi ci assumiamo questo impegno.


Paola Gazzolo, Silvio Bisotti, Gianni Copelli, Gaetano Bonetti, Patrizia Calza, Marco Bergonzi, Pierangelo Romersi, Mario Magnelli, Mario Spezia, Daniel Negri, Flavio Antelmi, Alberto Borghi, Diego Adorni, Paolo Ridella, Massimo Silvotti, Pietro Tagliaferri, Danila Carella, Rodolfo Canaletti, Aldo Bersani, Gianluca Bariola, Ghisoni Alexandro

 

 

 
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