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Pellegrini in Terrasanta, il bilancio del vescovo
  

Il vescovo mons. Ambrosio rientrato dal pellegrinaggio in Terrasanta:

Si è concluso il pellegrinaggio che un centinaio di giovani della Diocesi ha compiuto  in Terra Santa con la guida del vescovo mons. Gianni Ambrosio. Il rientro della comitiva è avvenuto nelle prime ore di oggi e il bilancio dell’iniziativa è stato giudicato altamente positivo.
“Un pellegrinaggio in Terra Santa è una benedizione grande, è un dono prezioso perché porta a respirare l’aria, a calpestare il suolo, a prendere contatto con l’ambiente in cui è vissuto Gesù”. Così mons. Ambrosio che non manca pure di sottolineare che un pellegrinaggio come quello appena concluso rappresenta l’attuazione concreta del suo motto episcopale “Vestigia Christi sequentes”. Un motto - sottolinea il Vescovo - che richiama il pellegrinaggio compiuto da un gruppo di piacentini attorno la metà del sesto secolo. Uscendo dalla nostra città – come ci ha tramandato un cronista anonimo – i pellegrini piacentini intesero proprio “mettersi sulle orme di Cristo”.
Mons. Ambrosio osserva pure che il pellegrinaggio appena concluso ha un significato particolare perché compiuto da giovani motivati e attenti al significato del gesto che stavano compiendo. “Sono stato letteralmente edificato dal comportamento di alcuni di questi giovani pellegrini che si alzavano alle prime luci del giorno per andare a pregare sul Santo Sepolcro”.
Il Vescovo sottolinea, inoltre, che i giorni passati in Terra Santa ci indicano la necessità di lasciarci  educare da Dio, attraverso Gesù Cristo; nello stesso tempo il cristiano ha il dovere di trasmettere agli altri la propria fede e qui fa cenno al prossimo impegno diocesano della missione popolare che avrà un suo momento importante nel convegno di avvio previsto a Pianazze il 4 e il 5 settembre. Nel corso di tale incontro mons. Ambrosio indicherà le linee principali del nuovo  impegno pastorale pluriennale che attende la diocesi di Piacenza-Bobbio.
Dopo questo appuntamento il Vescovo sottolinea di averne in agenda altri due a cui tiene in modo particolare: il pellegrinaggio con seminaristi e sacerdoti ad Ars dal 9 all’11 settembre e poi gli esercizi spirituali per il clero dal 19 al 23 ottobre alla Bellotta di Pontenure. Sono iniziative che rientrano nell’‘anno sacerdotale’, indetto dal Santo Padre nel 150° della morte di san Giovanni Maria Vianney.
 

Tratto dal blog http://terrasanta.pagiop.net/ vi proponiamo il diario dei pellegrini piacentini in Terrasanta, che insieme al vescovo Gianni Ambrosio sono arrivati a Gerusalemme e nei luoghi della passione di Cristo. Ieri visita allo Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto e a Jaffa, poi il ritorno a Piacenza.  

Ein Karem. Il luogo dell’incontro delle maternità. Elisabetta che accoglie Dio accogliendo Maria ed entrambe che accolgono il mistero che abita la loro vita. Da qui, da questa umiltà, è iniziato quel passaparola che ancora adesso rimane l’unica via per raccontare la fede.

E poi lo Yad VaShem, il memoriale dell’olocausto con il rispettivo museo. Difficile dire qualcosa, per tanti motivi. Possiamo solo dire che se si viene a Geruslamme non è possibile mancare questa visita. La serietà del luogo, il raccoglimento, la possibilità di riattraversare una parte tremenda della storia dell’umanità.

“Chi farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?” (Mc 16,1-8). Alle 5 di questa mattina, davanti all’Hotel, ascoltiamo queste parole e in silenzio ci avviamo al Santo Sepolcro. Percorriamo la As-Sulyans-Salymans che circonda le mura a nord, entriamo nella città vecchia alla porta di Damasco, scendiamo quasi tutto il Suq Khan ez-Zeit - buio e deserto, di persone e cose, ancora caldo dal giorno precedente -, svoltiamo a destra passando accanto alla chiesa dei Luterani e ci troviamo di fronte all’ingresso del Santo Sepolcro.

Dal buio escono i canti lenti degli Ortodossi, seguiti immediatamente da quelli degli Armeni. Nella cappella del Sepolcro un francescano celebra l’eucarestia. E noi sparsi in quello spazio sacro che per secoli ha accolto tante preghiere, suppliche, silenzi. Ognuno vive da solo questo momento, ripensando a quella grossa pietra che qualcuno ha fatto rotolare via.

Se dal Santo Sepolcro scendi un po’ verso Est e passi dal quartiere arabo a quello ebraico, puoi salire sui tetti e vedere (proprio così come li scrivo): il Muro del Pianto, la Spianata del Tempio e il Monte degli Ulivi. Aspetti un po’, ed ecco l’alba. “…affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni…..” (Mt 5,43-48).

Il profumo del pane ci accompagna sui passi del ritorno. Ed è giorno.

 
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