Non si placa la polemica relativa alla posizione dell'assessore provinciale Pierpaolo Gallini: da un lato l'Italia dei Valori torna all'attacco accusando l'esponente Udc di avere trascorsi giudiziari (riportiamo il testo diffuso dalla segretaria piacentina dell'Italia dei Valori Sabrina Freda al termine della conferenza stampa dedicata al caso "Gallini", che accusa l'assessore provinciale di essere stato condannato per voto di scambio). A stretto giro di posta è giunta la replica dello stesso Pierpaolo Gallini, che per mezzo dei propri legali Renato Caminati e Isabella Barbieri, ha ribadito che la propria posizione giuridica è documentata dai certificati del casellario giudiziale e dei carichi pendentim da cui risulta che nulla vi è suo carico. Gallini ha dato incarico ai propri legali Renato Caminati e Isabella Barbieri di valutare ogni azione più opportuna a tutela della propria immagine. Interviene anche l'ex presidente della Provincia Gianluigi Boiardi, mentre i capiogruppo di centrodestra fanno quadrato intorno a Gallini.
Il testo dell'Italia dei Valori
Non abbiamo nulla contro l’UDC, tantomeno contro i suoi elettori, ai quali va il nostro rispetto.
Per questo consideriamo gravemente offensive le espressioni usate dagli attuali dirigenti dell’UDC nei nostri confronti. Ci hanno accusato di “gettare fango e di infangare gli avversari politici con la tecnica del sospetto” Ma qui sono i fatti che parlano, nessun pettegolezzo.
CRONISTORIA
E’ stato il consigliere Luigi Francesconi, intervenendo nel dibattito del primo Consiglio Provinciale, riprendendo l’intervento del nostro consigliere provinciale che stigmatizzava una stagione politica, quella di Tangentopoli, a confondere Prandini con Gallini e a lanciarsi in difesa di quest’ultimo, riferendo di “una vicenda giudiziaria” ormai conclusa (vedi art. Cronaca del 30/06/09) . E’ stato poi lo stesso Gallini nella medesima occasione a parlare di una vicenda “archiviata”.
A questo punto abbiamo chiesto chiarimenti, lo abbiamo fatto nella forma, legittima, dell’interrogazione. Abbiamo quindi chiesto al Presidente della Provincia di chiarire:
1) quale sia stata la vicenda giudiziaria, ancorché “archiviata” - come riferito dall’interessato - che ha riguardato il neo amministratore, se la stessa abbia eventualmente coinvolto la pubblica amministrazione, chi altri ne sia stato coinvolto e quali reati vennero contestati, l’esito della stessa;
2) se la suddetta vicenda giudiziaria fosse nota al momento dell’assegnazione delle deleghe, in caso contrario, quali determinazioni intenda assumere. Motivando tale richiesta con l’esigenza di trasparenza nei confronti dei piacentini.
Abbiamo compreso da subito di aver toccato un nervo scoperto: la dimostrazione e’ venuta dalla decisione di discutere la nostra interrogazione in seduta segreta, unico caso degli ultimi 15 anni. Decisione che abbiamo contestato, non ritenendo, a termini di regolamento, che un’interrogazione equivalga a una deliberazione. La maggioranza ha alzato un muro di gomma per impedire ai piacentini di conoscere la verita’.
LA VICENDA GIUDIZIARIA
La vicenda e’ quella che nella nostra citta’ prese il nome di Appaltopoli e si sviluppo’ verso la fine degli anni ’90. Il Gallini, imputato per il reato di voto di scambio, non fu assolto, né vide archiviata la propria posizione.
Al contrario, come è facilmente verificabile anche su internet, con sentenza della Pretura di Piacenza del 27/04/95, il Gallini si vide applicare la pena di mesi 2 di reclusione e £ 20.000 di multa (reclusione sostituita con £ 2.125.000 di multa) per il reato del cosiddetto voto di scambio. Ancora una volta, non siamo noi a dirlo, ma e’ il Ministro della Giustizia Robero Castelli, esponente del Carroccio, rispondendo ad una interrogazione dell’allora Senatore Petrini. Chi volesse verificare personalmente puo’ farlo seguendo il link pubblicato sul sito www.idvpiacenza.it
LA SEDUTA SEGRETA
Venerdì scorso è stata scritta una pessima pagina della storia politica piacentina:
Il neo assessore dell’UDC Gallini, che certamente non poteva aver dimenticato di essere stato condannato per il reato di voto di scambio, ha presentato un certificato penale parziale, per fingere di essere “immacolato” agli occhi dell’opinione pubblica. Del resto, il neo assessore dell’UDC Gallini già in occasione della prima seduta del Consiglio provinciale aveva mentito, dichiarando alla stampa locale (c.f.r. Cronaca del 30/06/09) che la vicenda era stata archiviata.
Il Presidente Massimo Trespidi si è poi affrettato a dichiarare che “Gallini ha la fedina penale pulita” e a dichiarare “chiuso” il caso Gallini. Perchè tante menzogne?
Nonostante la grande elasticità interpretativa dimostrata equiparando delibere di Consiglio e interrogazioni per giustificare la scelta della seduta segreta, non si può negare che un’assoluzione sia cosa ben diversa da una condanna. Il certificato penale esibito in Consiglio Provinciale, e’ una vera foglia di fico con cui si tenta di coprire le vergogne. E’ normale che il certificato penale richiesto da un privato cittadino non riporti la sentenza di condanna per la quale sia prevista la non menzione.
Una foglia di fico utile solo a nascondere la vergogna di una verità che non si vuole far conoscere ai piacentini. Perche’ altrimenti convocare una seduta segreta ed esibire un certificato penale incompleto, quando l’Amministrazione Provinciale, in base all’art. 28L del DPR 313/2002 ha il diritto-dovere di richiedere il certificato generale del casellario completo ed integrale? Perchè nascondersi dietro ai formalismi? La sostanza è di una condanna per il reato di voto di scambio, così come riferito dall’ex Ministro della Giustizia Roberto Castelli. Un reato, quello del voto di scambio, più unico che raro alle nostre latitudini, tipico di altre realta’ del Paese.
All’epoca del reato il neo Assessore provinciale dell’UDC Gallini era peraltro consigliere provinciale, oggi il Presidente Trespidi lo ha “promosso” al ruolo di assessore: sembra davvero che i vizi e le virtu’ si siano scambiati le vesti, così che i vizi sono divenuti virtù e le virtù vizi.
CONCLUSIONI
IdV non vuole sostituirsi ai giudici, che già hanno fatto bene il loro lavoro, né processare nessuno.
Per noi non è una questione giudiziaria. E’ una questione politica, di opportunità politica, che richiede una risposta univoca e inequivocabile. Non è in discussione la compatibilità o meno con il ruolo di assessore, ma, appunto, l’opportunità politica.
Sull'argomento interviene anche l'ex presidente della Provincia Gianluigi Boiardi
La conferenza stampa dell’Italia dei Valori di questa mattina evidenzia come la risposta del presidente Massimo Trespidi all’interrogazione del consigliere Samuele Raggi sia stata inadeguata e volutamente evasiva. Fatto che si configura come una mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri e degli stessi cittadini piacentini che hanno tutto il diritto di sapere chi li governa. Il dovere di accertarlo spettava al presidente Trespidi che non l’ha fatto. Nascondersi su un atto così importante come la nomina di un assessore di Giunta dietro un formalismo e dire “mi sono affidato unicamente ai documenti ufficiali” indica una mancanza di senso di responsabilità.
Tutti sanno che esistono reati nei confronti della pubblica amministrazione che, purtroppo, prevedono anche per chi è condannato la scappatoia della non menzione nel casellario giudiziario. Ma la condanna resta e se la richiesta viene fatta ufficialmente da una pubblica amministrazione l’ufficio del casellario giudiziale risponde non solo con il certificato, ma anche con l’elenco delle condanne che riportano la postilla della non menzione. Risulta difficile pensare che l’allora ministro della Giustizia Castelli abbia pubblicamente mentito davanti al Parlamento confermando la condanna di Gallini a due mesi e 25 giorni di reclusione per un reato legato al voto di scambio commesso nel giugno 1992.
Al presidente Trespidi chiediamo che sia lui stesso, almeno per rispetto della carica che ricopre e dei cittadini piacentini, a fare richiesta ufficiale del documento integrale al casellario giudiziale, suo diritto-dovere (art. 28 L del dpr 313/2002). Per un’amministrazione che dice di aver messo l’interesse della gente e del cittadino sopra ogni cosa, è il minimo che si possa pretendere. Al presidente Trespidi ricordiamo che la campagna elettorale è finita e con essa il tempo delle promesse. Ora è il tempo dei fatti e i primi, con questo caso, appaiono tutt’altro che incoraggianti.
I capigruppo di maggioranza in Provincia Luigi Francesconi (Pdl), Stefano Cavalli (Laga Nord) e Bruno Ferrari (Udc): “Italia dei Valori fa una carnevalata fuori stagione”
"Il Presidente della Provincia ha esibito un documento ufficiale dal quale emerge che al momento della nomina nulla risultava - né per il presente, né per il passato - a carico dell'Assessore Pier Paolo Gallini”, a dirlo, a nome della maggioranza di centro-destra, sono i Capigruppo in Provincia Luigi Francesconi (PdL), Stefano Cavalli (Lega Nord) e Bruno Ferrari (UDC).
“E' evidente – proseguono - che l'Italia dei Valori, in procinto di essere scaricata dalla Giunta Comunale di Piacenza per i risultati del tutto negativi che hanno caratterizzato l'operato dell'Assessore Freda, gioca a buttare in alto fango, sperando che qualcuno si sporchi".
"A noi non risulta che vi sia alcuna norma di legge che impedisca a Pier Paolo Gallini di potere assolvere alle funzioni di Assessore: sfidiamo - nel nome della trasparenza e della legalità - l'Italia dei Valori a dire sulla base di quale normativa il Presidente Trespidi non avrebbe dovuto nominare Gallini. Siamo certi che sul punto non avremo - né noi, né i piacentini - risposta alcuna, atteso che quella norma non c'è e ciò per il semplice motivo che tra lo stato di diritto e la barbarie, vi sono legislatori che hanno saputo scegliere il primo."
"Montino quindi la panna gli sconfitti nelle recenti elezioni provinciali - concludono: quando avranno finito di farlo la stessa risata con cui sono stati elettoralmente seppelliti, li seppellirà anche questa volta".