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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Forum Pd. Un documento pro Bersani. Bastico pro Franceschini. A Milano Marino

Forum Pd, uno spazio aperto di discussione in vista del congresso Uno spazio aperto di discussione in vista del congresso nazionale del Partito Democratico, in programma in ottobre. Un passaggio politico fondamentale anche per Piacenza. Per questo abbiamo pensato di ritagliare una rubrica fissa, un Forum libero e aperto a contributi disparati (anche di chi non è iscritto o militante del Pd) per capire dove andrà la prima forza di opposizione. E' importante che se ne discuta al di fuori dei soliti schemi, possibilmente secondo un'impostazione culturale "alta". Inviateci i vostri contributi a redazione@piacenzasera.it 

Ieri sera alle ore 21 presso la federazione del Partito Democratico di viale Risorgimento, riunione dei sostenitori di Dario Franceschini segretario con l'onorevole Mariangela Bastico.

Un gruppo di sostenitori piacentini di Ignazio Marino si è recato a Milano dove ieri il candidato alla segreteria del Pd ha presentato le sue linee programmatiche alla Camera del Lavoro, da Piacenza sono giunti tra gli altri Gianni Cravedi, Cristian Torri e Antonio Cerreto.
 

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Perchè sostenere la candidatura di Pierluigi Bersani

Si è aperta per il partito democratico la stagione congressuale e anche a Piacenza il dibattito è all’attenzione della pubblica opinione e della stampa.
Vorremmo innanzitutto condividere una premessa: siamo convinti che i partiti non costituiscano in sè un fine dell’attività politica, ma uno strumento per cambiare in meglio la società, secondo principi e valori condivisi e promossi dagli iscritti che aderiscono e dagli elettori che li sostengono.
Vorremmo quindi una discussione basata su piattaforme comprensibili e definite, che consentano a iscritti ed elettori di compiere scelte consapevoli, relative innanzitutto ai temi e alle questioni al centro degli interessi dei cittadini e del Paese. Siamo convinti che i cittadini non chiedano al PD solo di partecipare e di essere consultati, ma soprattutto di ottenere risposte chiare su chi vogliamo essere, quali interessi e valori vogliamo rappresentare e quale Italia vogliamo costruire: un congresso utile al Paese, su cui peraltro si scaricano, particolarmente in questa fase, le pesanti conseguenze della crisi economica.
Il PD deve cogliere l’occasione per definire meglio, fuori dalla retorica o da dichiarazioni astratte e categorie inafferrabili, la sua carta d’identità, i principi e i valori che ispirano i suoi programmi, la struttura organizzativa e le gambe su cui intende farli camminare.
Da qui deriva essenzialmente l’importanza di questo passaggio congressuale, il suo carattere fondativo: le difficoltà che oggi il PD incontra non derivano solamente dalla discussione –certo per noi appassionante ma forse un po’ autoreferenziale- sui meccanismi della democrazia interna, ma più in generale dal fatto di non aver posto il progetto su basi culturali, politiche e organizzative abbastanza solide.
In questo senso riteniamo opportuna una prospettiva di discontinuità rispetto ai primi 20 mesi di vita del PD e sosteniamo la candidatura di Pierluigi Bersani.
Ci riconosciamo nella prospettiva di un partito che rappresenti i valori della sinistra democratica e del cattolicesimo liberale che, lungi dal porsi come post-ideologico o post-identitario, riscopra e rilanci nel mondo contemporaneo le sue radici profonde, che vanno ben oltre le vicende “recenti” degli ultimi 30-40 anni e raccontano storie di emancipazione, solidarietà e autonomia, valori che dobbiamo contrapporre con forza ad una destra decisamente connotata proprio sotto il profilo ideologico e identitario.
Questo profilo culturale e valoriale deve però poggiarsi con maggior decisione nella realtà quotidiana e contemporanea: gli ultimi test elettorali ci consegnano un partito in evidente difficoltà che, pur conservando forti potenzialità e capacità di mobilitazione, perde in particolare nei ceti produttivi e popolari.
Il principale obbiettivo deve essere quindi quello di rimettere in relazione più stretta partito e paese, riavvicinarci alla vita reale, fatta di una cattiva distribuzione della ricchezza, di impoverimento dei ceti medio-bassi, di riduzione dei redditi da lavoro, di precarietà, di un’immigrazione che preme sempre più sulle fasce più deboli. Solo restituendo centralità ai temi economici e sociali si potrà costruire un partito popolare e radicato, capace di arricchirsi delle esperienze della vita reale.
Bersani ha presentato un progetto a tutto tondo per il Paese, che si rivolge ad un ampio raggio di categorie sociali e trae vitalità e concretezza, mettendo al centro le questioni fondamentali della produzione, del lavoro e del sociale.
Pensiamo ad un partito in cui il tema fondamentale delle riforme istituzionali -per rafforzare il pieno ed effettivo funzionamento della nostra democrazia parlamentare e per riconoscere autonomia ai territori nella direzione di un buon federalismo- vada di pari passo con quello delle riforme in campo economico e sociale, verso una maggiore apertura e regolazione dei mercati e verso il rafforzamento e la promozione di politiche pubbliche e sociali e la valorizzazione di beni collettivi, a partire dall’ambiente.
Bersani ha dimostrato in tutta la sua attività amministrativa e di governo una grande capacità di interpretare i bisogni reali e di dare loro risposte concrete e di buon senso. Siamo convinti che, per i contenuti della sua piattaforma, per il profilo culturale e per il suo coraggio nell’innovazione, Pierluigi sia la figura più appropriata a guidare il partito in questa direzione.
Le categorie astratte vecchio/nuovo o iscritti/elettori rischiano invece di trasformare il dibattito congressuale nella caricatura di noi stessi.
La partecipazione politica di elettori e iscritti non si esaurisce nell’espressione di voto di una leadership: solo un partito più strutturato e radicato può coltivare relazioni più strette e continuative con gli elettori. E, d’altra parte, un partito forte e autorevole deve avere una vivace e solida democrazia interna, fatta di partecipazione e discussione, ma anche di regole certe che garantiscano trasparenza e legittimità.
Un grande partito si pone la questione prioritaria del rinnovamento, impegnandosi con continuità a dare spazio -nel rispetto reciproco tra generazioni- ai giovani: ma la soluzione non può essere circoscritta alla cooptazione una tantum di persone che simboleggino, più che rappresentare realmente, le giovani generazioni. Bisogna dare ai giovani la possibilità di misurasi in ruoli amministrativi e di partito, facendoli crescere nei territori e sostenendoli nei percorsi.
Crediamo sia giunto il momento di strutturare in modo più solido il nostro progetto politico che –dobbiamo averne tutti consapevolezza- è cosa estremamente seria, perchè una parte dell’Italia ha bisogno di noi per avere voce nelle istituzioni e guarda con attenzione al nostro dibattito. Abbiamo nei loro confronti –e nei confronti di noi stessi- una grande responsabilità.

Mario Angelillo
Francesco Cacciatore
Flavio Chiapponi
Barbara Corso
Roberto Reggi
Franco Timpano
 

 
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