[Home Page]
Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
Servizi
Meteo
Aria
Viabilità
Farmacie
Trasporti
Libri
Video TV
Cinema
Rubriche
ReadySteady
Koinè
Speciali
Volontariato
CercoOffro Lavoro
Promessi Chef
Tendenze
Motori
Jazz Fest
Piazza 25 aprile
Festival Blues
Fuori Porta
Maturità
Tribuna politica
Opinioni



Reggi e Cacciatore a Roma per le aree militari

E' in programma oggi l'incontro a Roma tra il sindaco Roberto Reggi, il suo vice Francesco Cacciatore e il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, in possesso della delega sulle aree militari. L'incontro verterà sul destino di alcune superfici militari già dismesse o in corso di dismissione in città. Ieri il tavolo militare ha espresso preoccupazione per il destino occupazione del polo di mantenimento pesante di Piacenza.

Preoccupazione condivisa e richiesta di un incontro al Ministro della Difesa Ignazio La Russa. Il tavolo militare che si è tenuto stamattina in sala del consiglio comunale di Piacenza ha fatto il punto della situazione sul destino degli stabilimenti militari piacentini e le prospettive di riconversione delle aree: confermati le preoccupazioni dei giorni scorsi: "Esiste un rischio occupazionale nel polo - ha spiegato il sindaco Roberto Reggi - con la possibilità che dai 1000 addetti attuali si passi alla metà". E sulle aree: "Quelle già dismesse potrebbero essere cedute subito, come il laboratorio Pontieri". Oggi incontro a Roma con il sottosegretario Guido Crosetto.  

Presenti, tra gli altri, il sindaco Roberto Reggi, il videsindaco Francesco Cacciatore, il presidente della Provincia Massimo Trespidi e i parlamentari piacentini Tommaso Foti e Maurizio Migliavacca, il consigliere regionale Nino Beretta e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria.

Ecco quanto ha dichiarato il sindaco Roberto Reggi: “E' stato un'incontro sereno e costruttivo che ha preso atto che esiste un rischio occupazione nel polo militare. Ci basiamo su dichiarazioni verbali, non esiste un documento scritto, ma esistono voci insistenti in questo senso. Con il sindacato abbiamo convenuto che occorre accettare la sfida del rilancio, il polo di Piacenza è l'unico rimasto in Italia, ma dobbiamo accettare un nuovo modello di gestione con le esternalizzazioni. Al contempo è necessario mantenere un forte presidio di qualità all'interno del polo. Per questo non va disperso il patrimonio di conoscenza del patrimonio esistente, investendo in nuove professionalità e attuando un turn over intelligente. Chiediamo al ministro della Difesa La Russa un incontro (l'ipotesi è per settembre) per capire quale piano industriale si profila per il polo di mantenimento pesante. Chiederemo al generale Castracaro di rinforzare tale richiesta. E' ormai chiaro che occorrerà ridimensionare il nuovo stabilimento sulla base dei nuovi piani della Difesa, per questo prende piede l'ipotesi di ristrutturazione delle officine esistenti, senza ricorrere ad una delocalizzazione. Nel frattempo ci sono già aree dismesse che potrebbero essere cedute alla città. Domattina a Roma c'è un incontro col sottosegretario Crosetto per avviare un ragionamento sulle superfici. Vogliamo contrastare un trend di smantellamento del polo: i 1000 civili impiegati oggi potrebbero ridursi presto alla metà. Siamo tutti impegnati a chiedere l'impegno del governo per evitare l'impoverimento di una ricchezza della città”.

Sulle aree cedibili alla collettività, Reggi ha aggiunto: "A noi interessa il laboratorio pontieri, in una posizione molto appetibile, da sistemare ma potrebbe ospitare servizi importanti. Alla caserma Artale potrebbero trasferirsi i pontieri e pertanto liberarsi anche la Nicolai, accanto al chiostro S. Sisto. Con il Politecnico è in corso la valutazione delle aree di cessione, un lavoro prezioso che acquisiremo a settembre-ottobre. La partita è complessa e va gestita con le informazioni ufficiali relative allo sviluppo del polo e al fabbisogno di personale. Per certi versi il quadro si semplifica, con meno aree da scambiare. In questo quadro è da rivedere profondamente l'accordo stipulato con il ministero della Difesa di aprile 2008".

Tommaso Foti ha puntualizzato: “La vera partita si gioca nell'accordo di programma, è importante acquisire una proposta definitiva di modello di stabilimento che lo Stato intende utilizzare. La traccia di accordo stipulato un anno e mezzo fa con il sottosegretario Forcieri esce modificata sotto il profilo tecnico profondamente: se lo Stato maggiore dell'esercito definisce la situazione, i tempi non necessariamente sono destinati a slittare".

Francesco Cacciatore ha precisato sul mutato quadro normativo: "Oggi l'interlocutore diretto è la Difesa e non più l'Agenzia del Demanio, modifiche normative hanno ribaltato la situazione. I potenziali interessati alle permute delle aree sono enti pubblici, società miste e anche private: resta il ruolo di regista dell'amministrazione pubblica, ma anche il questo caso il quadro è mutato".

 

 
Voci correlate:
  • Esercito
  • Polo militare
  • Commenti:



    INSERISCI COMMENTO:

    *nome:
    *e-mail:

    titolo:

    descrizione (max.255 caratteri):

      Accetto le clausole realtive al trattamento dei dati personali.





    PiacenzaSera è una testata giornalistica registrata presso il tribunale di Piacenza (N° 644 con decreto di iscrizione del 27/07/2007)
    Edita da Codex10 - Società Cooperativa - P.IVA 01443570336 - Soluzioni internet realizzate da GeDInfo - Società Cooperativa.
    Per informazioni su come inserire la tua pubblicità su www.piacenzasera.it invia un'email a commerciale@piacenzasera.it